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Il coraggio dei lavoratori

“L’OSSERVATORE SPIATO”

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Il coraggio dei lavoratori

Per dire certe cose ci vuole coraggio, solo che, visto che esistono diversi tipi di coraggio, prima di scegliere le parole adatte per fare dichiarazioni di questo genere, occorre chiarire quali sono e come si suddividono – più che altro per evitare inutili confusioni. Nell’immaginario collettivo il coraggio che forse è il più riconosciuto a livello sensoriale è quello che dimostra di avere il guerriero – poco importa che si tratti di un gladiatore o di un kamikaze – nel combattere ad armi impari gli avversari di turno, e in tal senso l’ultima uscita di Bunny Scout a proposito delle incognite sulla riapertura in Fase 2 delle attività produttive prevista per Lunedi prossimo si è rivelata degna di essere paragonata alle gesta dell’impavido William Wallace magistralmente interpretato da Mel Gibson in Brave Heart, proprio perchè il simpatico statista dentone che potrebbe tranquillamente essere impiegato in un revival nel ruolo del prof. Dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con la mutua non si è limitato a “minacciare” di abbandonare la maggioranza di governo, qualora si protraessero le restrizioni, ma è andato oltre, ha trasceso qualsiasi umana resilienza al sacrificio mediatico dimostrando un profondo rispetto per le vittime della Val Seriana dicendo quel che nessuno prima di lui era riuscito a dire, ovvero che se i morti della provincia di Bergamo potessero parlare direbbero di volere la riapertura. Inutile dire che il paradigma è inequivocabile. Poi c’è il coraggio votato al pragmatismo, in versione femminile, fatto vedere a pugni chiusi e denti stretti dalla luminare delle amministrazioni regionali Kill Bill quattro e quattrotto, alias Presidente della Regione Calabria, che pur di dimostrare che non intendeva metterla sul piano politico (l’ottemperare il rispetto delle ordinanze imposte dall’attuale esecutivo) ha dichiarato di non voler ritirare le sue, di ordinanze, a dispetto dell’imminente diffida nei suoi confronti, perchè i ristoranti non sarebbe stata lei di fatto ad aprirli, ma il governo, prevedendo la possibilità dell’asporto e la conseguente apertura delle cucine – tant’è che gli stessi sindaci dei comuni interessati si sono fatti vedere talmente convinti dall’esortazione di Kill Bill quattro e quattrotto che hanno optato per il contrario. In ultimo poi, per non farla troppo lunga e anche perchè in questo caso il lavoro è sempre garantito, sia con che senza Covid 19, c’è il coraggio spassionato, scevro da qualsiasi finalità speculativa, esibito dalla CEI in circostanze improrogabili, con tanto di proposta all’attuale esecutivo di celebrare lo stesso i funerali durante il lockdown, ma senza bara. Questo va da sé, per far si che “l’accumulo” dei lasciti testamentari di uno “sparuto” gruppetto di bigotti che ancora si ostina a foraggiare la Santa Romana Chiesa non superi un certo limite. D’altra parte il ragionamento fatto da i rappresentanti della CEI non fa una piega, non tanto perchè se fosse considerato da un’altra prospettiva sarebbe cambiato, quanto perchè chiunque dovrebbe pensare di portarsi avanti con il lavori – specie in una giornata come questa.