I Cicisdei
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Il proscritto

“L’OSSERVATORE SPIATO

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Il proscritto

La recente scomparsa di Lina Ben Mhenni – l’attivista e blogger simbolo della primavera araba e della rivoluzione tunisina morta a 36 anni a causa di una salute cagionevole – è fatalmente avvenuta pressochè in concomitanza con il pellegrinaggio ad Hammamet dei sostenitori del più grande Statista che la Repubblica italiana abbia mai avuto, celebrato in un film diretto da un noto regista apprezzato e riconosciuto come G. D’Amelio e interpretato da un altrettanto bravo attore come P.F.Favino, nonché idolatrato dai soliti integerrimi esponenti (o giustizialisti se vogliamo, visto che in questo caso ragionare per paradossi è d’obbligo) i quali vorrebbero a Lui dedicare piazze e strade. Inutile negare quanto la casualità tra questi due avvenimenti sia evidente, utile invece soffermarsi sull’aspetto meno palese che li lega – anche se comunque sono state due realtà completamente diverse. Ma, a parte il luogo, quale sarebbe la connessione? Ovvero, perchè una donna come da lei stessa definita“a tunisian girl”- che probabilmente da quando è entrata nell’età della ragione per tutta la sua breve vita si è prodigata nel cercare di infondere il concetto di giustizia tra il popolo tunisino denunciando stupri e violenze di ogni sorta commessi contro le donne, sfilando sempre in prima linea ad ogni manifestazione e dichiarando che per denunciare occorre assumersi la propria responsabilità mettendoci la faccia (sarebbe a dire non nascondendosi dietro una maschera o una tastiera) e che oltretutto è anche stata taccaita di eversione dalle istituzioni del suo Paese – dovrebbe essere legata al segretario nazionale del fu Partito Socialista italiano, nonché ex Presidente del Consiglio dei ministri, coinvolto nello scandalo di Tangentopoli, il quale, dichiarando apertamente in Parlamento che quel sistema lì (quello delle tangenti, tutt’ora in vigore e da sempre efficace per mantenere in piedi la struttura consociativa di corrotti e corruttori) era già stato adottato in passato e che pertanto fu una giustificazione plausibile oltre che valida, a quanto pare sembra proprio che stia quasi per essere fatto santo dalle televisioni nazionali che non fanno altro che esaltarne l’aspetto umano? Volendo ancora ragionare per assurdo verrebbe da dire per logica paradossale, considerata la natura delle due diverse esistenze, ma è proprio continuando ad invertire le gesta e il pensiero di chi la Storia l’ha cambiata che i responsabili delle menzogne che quotidianamente vengono divulgate si sono permessi di riscriverla, perciò è preferibile rispondere : per vocazione. Per vocazione perchè per lei, la ragazza tunisina, entrare in Parlamento per espletare il proprio impegno politico mettendosi al servizio dello Stato sapendo che quello era il miglior modo per potersi arricchire con il denaro versato dai contribuenti, significava cogliere al volo l’opportunità di frodare milioni e milioni di persone, mentre per lui, lo Statista, scendere in piazza per difendere i diritti delle donne e di una società irrisa e vilipesa dalle istituzioni, voleva dire dare un contributo sociale determinante per la coscienza collettiva. Che bisogno c’era di fare questa connessione? Probabilmente è stato un bisogno nato dalla stessa necessità che lo Stato italiano ha avuto per deliberare la concessione di finanziamenti pubblici in favore delle emittenti televisive nazionali, i bisogni e le comuni necessità ci saranno sempre, per fortuna. Del resto il trovare le coperture necessarie a fronteggiare le esigenze e le priorità nazionali è sempre stato un enigma qui da noi, più che altro perchè sia le prime che le seconde si conoscono fin troppo bene. La scorsa settimana il Selfie Made man, così come per altro Bunny scout & soci, hanno dato il loro nulla osta per ridare i vitalizi ai famosi 700 inaugurando, forse, i prossimi scenari cui saremo costretti ad assistere, magari dovendo chiedere delle indicazioni per trovare l’ufficio di un ente pubblico che si occupi di come orientare il privato cittadino alla partecipazione delle selezioni fatte per il “Grande Fratello” – con l’aggravante che qualcuno potrebbe anche rispondere che si trova all’angolo tra Corso Salvini e Piazza Renzi. D’altra parte, se a vent’anni di distanza dalla morte di un politico che ha contribuito al fallimento del sistema Paese c’è ancora chi intende rivalutarlo per il suo aspetto umano vuol proprio dire che ci meritiamo l’attuale classe dirigente, lo scoramento è purtroppo irreversibile. Meno male che ora ci sono le sardine, che con la loro freschezza e dinamicità filo non governativa trasversale troveranno certo il modo di epurarlo post mortem – anche perchè stanno dimostrando nel modo più evidente (il ragionamento è lo stesso, vale a dire per paradosso) di non essere un movimento trito e ritrito, oltre che strumentalizzato.