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Merendine a km zero

 “L’OSSERVATORE SPIATO”

   RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

                                     

Merendine a km zero

 

Secondo una nota frase pronunciata dall’ex Presidente dell’Uruguay Josè Mujica, il quale disse (testuale, magari “parafrasando” senza neanche saperlo il nostro ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti) “Il potere non cambia le persone, mostra come sono veramente” e interpretata da i più accreditati analisti come vessillo di incompetenza, ci sarebbero le coperture necessarie a far approvare la prossima legge di bilancio del neo governo giallorosso qualora sia i parlamentari di maggioranza che quelli dell’opposizione decidessero all’improvviso di devolvere un paio di mensilità del loro stipendio – invece di stare a scervellarsi se sia il caso o meno di mettere una tassa sulle merendine – in favore di tale inevitabile provvedimento ? Si, no, forse, non so ? A quali tra queste opzioni risponderebbe l’elettore medio nel caso dovesse essere chiamato a rispondere da una sorta di giuria nazionale istituita apposta (previo autorizzazione DEM, si capisce) su una nuova piattaforma digitale ? Veniamo alla cronaca quotidiana : fino a qualche giorno fa, quando l’arcinoto taglio ai 345 parlamentari sembrava essere cosa fatta (sul blog delle Stelle si poteva leggere che mancavano soltanto più due ore di lavori parlamentari perché si concretizzasse il fatidico momento) c’era chi invocava la riforma elettorale – chi si azzardava perfino di tornare al proporzionale puro, chi voleva assolutamente ripristinare il maggioritario con l’uninominale secco, oppure chi voleva modificare in modo sostanziale sia la percentuale della soglia di sbarramento che le ripartizioni dei seggi alle due Camere dell’attuale sistema misto, il cosiddetto Rosatellum – e chi addirittura invocava quella costituzionale in nome di un repentino ritorno al sovranismo che è pur sempre dietro l’angolo (“mai più manovre di Palazzo”/ “basta inciuci” e via discorrendo) mentre ora invece, che le cose, o meglio, che le persone stanno cominciando a mostrarsi per come sono veramente, i tempi per attuare l’arcinoto taglio sembrano essersi misteriosamente dilatati a causa della richiesta, da parte dei DEM, di avere in cambio quella riforma elettorale che consentirebbe loro di tornare al proporzionale continuando così a spartirsi le fette dell’ambita torta con i nuovi “amici” pentastellati. A questo punto però l’elettore 5stelle dovrebbe porsi delle domande inequivocabili : meglio l’alleanza con chi fino a ieri mi scannavo e con il quale sono ancora in causa per via delle querele che ancora sono in atto, oppure meglio tagliare definitivamente i ponti, o forni, o che dir si voglia, con qualsiasi altra forza politica e tornare alle urne ? Meglio il maggioritario o il proporzionale, o, meglio ancora, “migliorare” il Rosatellum ? Pare che tra le fila dei 5stelle l’indecisione regni sovrana, a onta del tanto declamato Taglio, e all’orizzonte non sembra vedersi alcun genere di scissione in stile Bunny Scout (anche perché è già di per sé avvilente, oltre che irresponsabile, generare minoranze parlamentari come “Italia Viva” in un governo che si auto definisce di svolta, figurarsi vedere più deputati che elettori in un altro ennesimo insostenibile e “nonnepossiamopiù” nuovo partito a guida Laura Castelli) di conseguenza, secondo anche le parole del capo politico dei 5Stelle che dice di essere in ogni caso sempre l’ago della bilancia, sia nel formare le coalizioni che nel pianificare le strategie, oltre che le priorità, è comprensibile che la tanto vituperata crisi identitaria del Movimento sia mossa dalla maggior parte dei giornali nazionali. Ma la vera domanda è : a chi credere ? E’ vero che qualcosa di buono si inizia anche a vedere, si pensi al recente vertice europeo tenutosi a Malta che c’è stato sull’immigrazione, dove si sono stabilite le linee guida che dovrebbero (almeno si spera) imporre agli Stati membri un onere obbligatorio per la redistribuzione dei migranti su tutto il territorio, a come il nostro attuale Presidente del Consiglio intende fronteggiare l’allarmante crisi ambientale, rispondendo (a chi gli ha chiesto dove trova le coperture per interventi di quella portata senza aumentare l’IVA e altre tasse) con il prelievo derivante dalla diminuzione del differenziale tra BTP italiani e BUND tedeschi, ma è altrettanto vero che al popolo non sono gradite queste misure, perché le teme più di ogni altra cosa o di qualunque altro Selfie made man di turno. Costringere l’italiano medio a cambiare regime alimentare tassando le merendine, così come cercare di creare una coscienza ambientale consapevole del dissesto idrogeologico cui andremo inevitabilmente incontro incentivando campagne pubblicitarie in favore di comportamenti responsabili, sarebbe follia pura, sarebbe un po’ come se nelle piazze, invece che in Parlamento, si votasse per il Taglio ai 345 : il numero degli astenuti sarebbe di certo inferiore a quello dei favorevoli, ma quello dei contrari sarebbe identico a quello dei franchi tiratori.