Matematica ostativa
9 Ottobre 2019
Piccoli Musk crescono
2 Novembre 2019
Show all

Parla con te

“L’OSSERVATORE SPIATO”

 RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

                                               

Parla con te

Parlando di mostri sacri – in riferimento a personaggi pubblici che hanno saputo farsi riconoscere per il loro indiscusso talento nello sport, così come nella musica, nella pura accezione negativa che tale definizione comporta – Pedro Almodovar, che di recente è stato anche insignito del premio alla carriera per onorare il suo cinema (fortunatamente mai omologato a una monotona produzione deja vu) è stato e grazie al cielo lo è ancora uno di quei registi che meglio incarnano l’essenza di “mostro sacro” nell’immaginario collettivo : una fonte di ispirazione per migliaia di giovani e ambiziosi cineasti che in qualche modo vorrebbero emulare il suo inconfondibile stile, le sue trame controverse, e che, forse, storcerebbero il naso alla notizia di questa nuova opportunità di laurearsi per diventare un o una influencer di professione con un corso triennale di studi che prevedono ben cinque facoltà annesse a quella di scienza della comunicazione, o quanto meno lo si spera, anche perché vorrebbe dire che la fucina dell’anticonformismo è ancora in fermento. Non me ne voglia la divina Chiara Ferragni, che ha trovato il modo di ipnotizzare le masse guadagnando qualche misero spicciolo semplicemente perché esistono degli idioti che sarebbero disposti a sborsare addirittura qualcosa come 6000 euro soltanto per potersi bere un caffè in sua compagnia, ma se la “professione” di influencer è in grado di condizionare a tal punto le persone tanto valeva proporre un corso quinquennale di laurea in fancazzologia, in questo modo chi si sarebbe iscritto – avendo in mano una professione così indispensabile – avrebbe poi contribuito a risanare l’economia del Paese. Ci sono tanti modi per riportare un Paese in superficie dopo che è stato messo in ginocchio da una crisi economica e uno di questi è senza dubbio la propaganda mediatica ininterrotta di notizie irrilevanti, o per meglio dire, di non notizie, che lo diventano grazie a questo genere di propaganda. La scorsa settimana – a proposito della partecipazione dell’attuale Presidente del Consiglio alla trasmissione “Porta a porta” titolata “Parla Conte” – “Il Tempo” ha pubblicato un articolo a dir poco irrilevante, in cui in sostanza si evinceva che in termini di ascolti è stato un flop senza precedenti, che non è nemmeno riuscito ad accostarsi a “Rocco Schiavone” in onda su Raidue (figurarsi colmare la distanza abissale con “Amici Celebrities” su Canale 5!) e che, non essendoci un contraddittorio, le parole del Premier risultavano vuote e monotematiche, di conseguenza che i dirigenti di Raiuno avrebbero dovuto dimettersi all’istante. Perché sarebbe irrilevante ? Bè, primo perché alla gente comune non interessano molto le graduatorie, indipendentemente dalle fasce di gradimento, tant’è che chi si siede sul divano dopo una dura giornata di lavoro e si guarda una delle tre trasmissioni appena citate, con ogni probabilità la prima cosa che farà l’indomani sarà quella di informarsi se i dirigenti di Raiuno si siano o meno dimessi dalla loro carica, ovviamente, e poi perché, al di là di ogni ragionevole dubbio, se si dovessero dimettere all’istante i dirigenti di un qualsiasi network ogni volta che si ripresenta un flop a quest’ora certe trasmissioni nemmeno esisterebbero più, il che, ragionando per paradossi, ci potrebbe anche stare, e secondo perché, per avere in trasmissione un contraddittorio in cui nessuno riesce a capire un accidente di quel che viene detto sottovoce, il confronto basato sul contraddittorio dovrebbe essere regolamentato almeno con metodi leggermente più rigidi. Per quale ragione articoli del genere contribuirebbero ad affossare l’economia di un Paese ? Intanto perché urge subito mettere in chiaro che sono delle vere e proprie armi di distrazione di massa, e come tali producono lo stesso effetto che produce un politico di alto profilo quando rilascia delle dichiarazioni che non stanno né in cielo e né in terra in relazione alle coperture che si dovrebbero attuare per tentare di risanare il debito pubblico, con il conseguente crollo in borsa dei titoli di Stato, ma con l’aggravante che, invece di essere una costrizione, per il contribuente è una scelta quella di pagare per avere il privilegio di conoscere in tempo reale i dati relativi a uno share ultra pilotato, e poi perché simili divulgazioni servono esclusivamente a trarre in inganno sia il contribuente che lo spettatore, che potenzialmente potrebbero essere veicolati meglio nello spendere i propri risparmi – sempre che per meglio s’intenda iscriversi al corso triennale di laurea per diventare un qualche o una qualche altra  influencer di professione, si capisce.