Permessi & Divieti
12 Ottobre 2017

"tavolocontritatutto"


biografia di una farsa

di Sormani

La maggior parte delle persone e delle cose sono farsa, lo stesso
autocompiacimento è farsa - sia quello costruito su una base post
illusoria, ovvero su un fondamento che ha come unico sostegno una
causa illusoria che per necessità costringe l’interessato ad elogiare
i propri contenuti a posteriori, anche quando in effetti non ci sono,
e sia quello generato dalla cosiddetta spontaneità di recensire
favorevolmente i propri contenuti allo scopo di anticipare inevitabili
stroncature.

Un anonimo



Premessa

L’origine di questa farsa è dovuta a una sovrapposizione di immagini
che, attraverso l’esistenza non del tutto equilibrata di certe persone,
hanno dato forma a ventuno scene dipinte a mano. Con l’ausilio di
pochi fidati collaboratori siamo riusciti a riprodurre un effetto
evocativo in un contesto familiare unico, irripetibile, che potrebbe
perciò adattarsi ad un altro contesto dove altre persone, a seconda
della situazione, potrebbero anche rischiare di ammettere di
identificarsi con i personaggi descritti. Nel mondo della
rappresentazione reale la descrizione dei costumi e dello scenario
avrebbe facilmente aiutato il lettore/spettatore a farsi un’idea
dell’ubicazione della scena, trattandosi però di una rappresentazione
virtuale e considerato che il luogo dove si svolge la scena è un non
luogo, ci siamo attenuti alle immagini originali proprio per stimolare la
fantasia di chi, nel quotidiano, è abituato a leggere o ad assistere a
farse continue e di ogni genere.


Personaggi e interpreti di loro stessi


Lei
Lui
Padredilui
Madredilei
Figliodilui
Figliadilei
Laex
Primamicadilei
Secondamicadilei



Atto primo scena prima

Natura viva

Apertura. Tutti e nove gli Attori sono all’interno di una struttura
in plexiglas, senza tetto ma con le ruote, grande all’incirca come una
giostra per bambini. Tale struttura, di colore rosso, che per
semplificare chiameremo abbracciante, l’abbracciante, ha la forma di
un cuore rovesciato, privo però delle estremità centrali che servono
per congiungerlo, somigliante perciò a una foglia senza picciolo che
proprio grazie a quella parte mancante, da dove il pubblico presente in
sala può assistere alla scena, abbraccerebbe un ipotetico fusto
d’albero. Sono tutti e nove nudi, proni, ognuno sdraiato sopra un
saio bianco su cui c’è scritto il loro nome a caratteri cubitali, illuminati
da una luce abbagliante che progressivamente si dissolve nel buio
assoluto. Nella più totale oscurità si sente un suono cupo, amplificato,
della durata di una manciata di secondi, riconoscibile come quello di
quando ci si tappa le orecchie con i palmi delle mani. Tornato il silenzio
si riaccendono le luci, tenui, quasi in penombra, mentre tutti e nove,
vestiti con il saio bianco ma scalzi, si animano per chiudere in fretta il
sipario. Poco dopo scendono dalle due scale (messe alle estremità
opposte del proscenio) con tre grandi cesti di vimini colmi di pomodori,
iniziando a distribuirli (sorvolando prevedibili commenti generali)
a tutti gli spettatori presenti in sala. Terminata la distribuzione
se ne tornano dietro il sipario.



Atto primo scena seconda

Tavolo con Tritatutto

All’apertura lo scenario si riduce all’essenziale, senza l’abbracciante. Le quinte sono scorrevoli (come delle grandi porte a scomparsa, usate per lo più in Giappone) : quelle laterali sono bianche, mentre quella di fondo è tappezzata con della carta stampata. Il tavolo, rotondo, in legno, di medie dimensioni, è al centro del palcoscenico. Il Tritatutto è un comune attrezzo usato sia in cucina che in macelleria, un tritacarne di metallo che poggia sul tavolo. Lei, Madredilei e Figliadilei sono di fronte la quinta di fondo, ognuna intenta a leggere qualcosa. Lui, Padredilui e Figliodilui entrano dalla quinta di destra, richiudendola subito dopo, con i tre grandi cesti di vimini vuoti.

Padredilui - (demotivato, mostrando alle donne i cesti) Questo è quanto siamo riusciti a raccogliere. -
Madredilei - (critico) Alla fine è sempre la solita vecchia storia …. ne ho visti di inconcludenti in vita mia, ma mai come voi tre messi insieme. Mi spiegate come la facciamo, adesso ? -
Lei - (enfatico, dopo una pausa) Io un’idea ce l’avrei (esortando il il pubblico presente in sala, mimando, a lanciare i pomodori) … -

Al lancio degli ortaggi entrano Laex. Primamicadilei e Secondamicadilei dalla quinta di sinistra (richiudendola) si prendono tutti per mano, e si schierano a testa alta e a occhi chiusi sul proscenio, come a voler difendere sia il Tritatutto che il tavolo da i pomodori spioventi. Terminato il lancio i nove Attori crollano a terra. Si rialzano soltanto Laex, Primamicadilei e Secondamicadilei.

Laex - (polemico, riferendosi agli schizzi di succo di pomodoro che imbrattano la carta stampata) Ma tu guarda che hanno fatto … -
Primamicadilei - (deduttivo) … e che vuoi, si vede che alla gente sta bene fare certe cose … e meno male che non l’hanno colpito … -
Secondamicadilei - … grazie tante, abbiamo fatto da scudi umani ! -
Laex - E ora, me lo dite chi si metterà a pulire tutto questo lerciume ? (poi, rassegnato) Avanti, datemi una mano a spostarlo … -
Primamicadilei - (sconcertato) … cosa ? (a Secondamicadilei) Deve essere impazzita, non c’è altra spiegazione … -
Secondamicadilei - (a Laex, riferito al Tritatutto) … scusa, ma come speri di riuscire a spostarlo da lì sopra ? -
Laex - Infatti non lo voglio spostare … -
Primamicadilei - (canzonatorio) … hai ragione, perché spostarlo quando è più facile trasportarlo ? Vuoi un suggerimento ? (riferito agli altri sei, che giacciono ancora a terra) Già che ci siamo mettiamoci sopra anche loro, così il tavolo diventerà più leggero no ? -
Laex - (convinto, in procinto di sollevare Lei) E’ un’idea … allora, che aspettate ? (risoluto, dopo le risate di scherno di entrambe) Aspettate forse che ridiventi una macchina infernale, che pur di fare quel che ha sempre fatto passerebbe ancora una volta qualsiasi cosa dentro i suoi ingranaggi ? (poi, dopo una pausa carica di tensione) Se aspettate questo allora (riferito agli altri sei) si dovrebbe vedere che loro stanno facendo i morti. Non vi pare ? (mentre gli altri sei si alzano di scatto sollevando di peso il tavolo con sopra il tritacarne di metallo con fare concitato, timoroso, uscendo dalla quinta di destra da dove, nel frattempo, sono entrate delle comparse armate di secchi e spazzoloni per pulire la scena, sarcastico, al pubblico presente in sala, uscendo) E voi guardate … guardate pure … -

Primamicadilei e Secondamicadilei confabulano con le comparse mentre le aiutano a ripulire la scena, dopo di che escono tutti dalla quinta di destra, richiudendola.


Atto primo scena terza



Tavolo con Folla

Sulla quinta di fondo, subito dopo gli ultimi gesti compiuti dalle comparse per ripulire la scena (ovvero la rimozione della carta stampata) è intanto apparsa l’immagine proiettata del pubblico presente in sala. La ripresa dell’immagine, effettuata prima dell’inizio dello spettacolo, consente di assistere all’attesa degli spettatori : chi arriva di fretta, all’ultimo momento, chi è già seduto sulle poltroncine mentre sta sbuffando perché lo spettacolo non è ancora iniziato, chi invece è sereno e rilassato e sta amabilmente conversando con qualcun altro/a, e così via. Lei e Lui entrano dalla quinta di destra con il tavolo e due sedie, richiudono la quinta e posizionano il tavolo nel mezzo, mettendo le due sedie una da una parte e una dall’altra parte del tavolo, accomodandosi.

Lei - (dopo una pausa) Ad ogni modo erano troppo maturi, se non addirittura marci … figuriamoci con la botta che hanno preso … che poi li hanno lanciati proprio loro (indicando a caso uno spettatore, proiettato sulla quinta di fondo) … guarda, guarda quello lì … con quella faccia lì non saprebbe distinguere un pomodoro da una rapa ! -
Lui - Se fosse al posto tuo direbbe la stessa cosa. Il fatto è che da quassù la prospettiva cambia (indicando a caso, sempre sulla quinta di fondo) … prendi quel gruppetto là in fondo, li vedi ? Si vede benissimo che sono singole persone, eppure si vede anche che stanno insieme, che sono una famiglia … osservali meglio … lei è molto bella, ha una faccia intelligente, probabilmente si è separata da molto tempo dal marito … diciamo per incompatibilità di carattere, per non dire altro … e deve ancora badare a una figlia ambiziosa, oltre che a una madre ipocondriaca … prova a pensare se vivessero nella stessa casa … -
Lei - … ma chi, lei e lui ? -
Lui - Si, certo … lei e lui … lui è un tipo scaltro, ambiguo, di quelli che pianificano tutto nei minimi particolari … magari ha pure lasciato sua moglie da poco tempo ed è andato a vivere lì con suo figlio, ambizioso quanto la figlia di lei, e suo padre, un inventore mancato, per non dire un fallito … -
Lei - … no, no … dillo pure, in ogni famiglia che si rispetti un fallito ci deve sempre essere … -
Lui - … comunque sia, mettici oltretutto che le più care amiche di lei andassero sempre a trovarli. Come diavolo credi che riuscirebbero, a farla ? -
Lei - Non lo so … francamente … -

Dalla quinta di destra entrano come degli indemoniati Figliadilei e Figliodilui.

Figliodilui - … niente da fare … -
Figliadilei - … si è rotto. -

Pausa carica di tensione.

Figliadilei - (a sua madre, riferito a Lui) Perché lo guardi così ? -
Lei - Così come ? -
Figliadilei - (esasperato) Così … come se ci fosse l’ennesima rivelazione che sta per essere rivelata … -
Lui - (stesso tono) … non c’è alcuna rivelazione, chiaro ? Non c’è mai stato nulla di cui voi non siate stati messi al corrente. (poi, abbracciando Lei) Anche se abbiamo fatto vite diverse non significa che noi non abbiamo lottato per averlo, proprio perché era ed è la nostra unica ragione di vita … così come spero che lo sia anche per voi e che lo sarà per tutti … -
Lei - … lo sarà soltanto se tutti insieme riusciremo a farlo funzionare di nuovo. -
Figliodilui - (sarcastico) E come, sperando che torni ad essere la macchina infernale che tutti conosciamo ? -
Lei - (deduttivo) E’ inutile, con te certi discorsi non si possono proprio affrontare … -
Lui - (sarcastico) … sono altri quelli che di solito affrontano. -
Lei - (stesso tono, riferito a sua figlia) Evidentemente sono simili a quelli che affronti con lei. -
Figliadilei - (disgustato) Questa te la potevi anche risparmiare … (riferito a Lui) … se fossi al posto suo ti avrei già eliminata. -
Lei - (pacato)Senti … la sola cosa che posso dirti è di evitare di fare l’attrice nella vita. E’ tuo padre che avrebbe dovuto essere eliminato, parecchio tempo fa. -

Pausa carica di tensione.

Lui - Sentite … il passato è passato … noi ora abbiamo bisogno di farlo funzionare di nuovo … -
Figliodilui - Quindi, cosa proponi ? -
Lui - Cominciamo con l’apparecchiare il tavolo, poi si vedrà. -



Atto primo scena quarta



Interno onirico

Visibilmente costretti ed esasperati, nei modi, aprono totalmente la quinta di destra (rivelando soltanto le guide, il dietro è oscurato) uscendo e rientrando poi più volte portando altre quattro sedie, una tovaglia, sei piatti (ognuno con dentro un pesce crudo) sei bicchieri e sei candele. Mentre i quattro Attori stanno apparecchiando il tavolo, il dietro della quinta si illumina e rivela Madredilei e Padredilui mentre stanno entrando con i tre cesti di vimini pieni di pomodori : uno lo mettono al centro della quinta di fondo, uno a sinistra del proscenio e un altro a destra. La quinta di destra viene chiusa dall’esterno dagli operatori di scena, mentre sullo sfondo scompare l’immagine proiettata del pubblico presente in sala per essere sostituita, non che proiettata sulle altre due quinte laterali, dalla scena in atto, dove gli Attori sono tutti seduti ai loro posti in procinto di cenare.

Padredilui - (enfatico) Ci ho pensato tutta la notte … ascoltatemi … l’unico modo per farlo funzionare è metterci due molle, una tra il cilindro cavo e il corpo e l’altra tra il corpo e la tramoggia. Il solo dubbio che mi resta è per la lama. Ho paura che con quella spinta vada fuori sede … di conseguenza non combacerebbe con il disco perforato, quindi … -
Madredilei - (disperato) Dì la verità almeno, tua moglie non ne poteva proprio più di te e delle tue cazzate … -
Lei - … andiamo, sapete benissimo tutti quanti che non si può più aggiustare … -
Padredilui - (furioso) Non si può più aggiustare ? C’è soltanto una cosa che non si può più aggiustare … -
Lei - (stesso tono) … è proprio per quella cosa, che non si può più aggiustare ! Perché se quella cosa non ci fosse più forse tutti comincerebbero da zero a far funzionare il proprio. -
Figliodilui - (andando ad aprire, di poco, la quinta di fondo per aver sentito il suono del campanello d’ingresso. Ironico) Se fossero tutti puntuali come queste due funzionerebbe a meraviglia. -
Primamicadilei - (brillante) Sorpresa ! -
Figliadilei - (disgustato) Che incubo … -
Primamicadilei - (euforico/giustificato) … siamo venute a trovarvi orsacchiotti … che cosa sono quelle facce da funerale ? Su, datevi un tono, accidenti … ma, dico io, riuscirò, non dico tante, ma almeno una volta sola a vedervi con un bel sorriso stampato in faccia ? La vita va presa con più allegria, con più entusiasmo, con più … -
Lei - … taglia corto. -
Primamicadilei - (deduttivo, a Secondamicadilei) Visto, che ti dicevo ? Sono sempre nella stessa situazione … -
Secondamicadilei - (a Lei) … d’accordo, visto che a quanto pare ci risulta che siate ormai gli unici esseri al mondo ai quali non piace né relazionarvi, né tantomeno condividere i vostri pensieri, verremo subito al sodo. In giro corre voce che (esitando) … insomma, che vivete per convenienza … questo è quello che si dice in giro ovviamente, quindi noi abbiamo deciso di fare una scommessa con la gente. Loro dicono che è vero e che, nel caso vincessero, pretenderebbero che noi diventassimo etero. Noi invece la pensiamo diversamente : l’esatto opposto (poi, divertito, accentuando deliberatamente l’enfasi del tono da omosessuale) … va da sé che se vincessimo noi … guarda, come minimo quelle come noi dovrebbero raccogliere delle firme per fare erigere delle statue stupende in nostro onore … -
Figliadilei - (discriminatorio) … nelle scommesse il condizionale non è previsto, nemmeno per quelle come me. -
Secondamicadilei - (giustificato) Infatti sta a voi scegliere. -
Lei - (esasperato) Scegliere cosa insomma ? -
Primamicadilei - Se farla o non farla. -

Pausa. Si sente nuovamente suonare (per due volte consecutive) il campanello d’ingresso.

Lui - Sarà mica il postino … -

Entra Laex dalla quinta di fondo, senza richiuderla.

Laex - (autoritario) E’ ora ! (poi, a Figliodilui) Tu sarai il disco perforato. -

Atto primo scena quinta

Tritatutto sezionato, particolare

Battendo le mani più volte per richiamare l’attenzione sull’imminente recita, Laex fa cenno agli altri Attori di aprire la quinta di destra nell’attimo stesso in cui viene totalmente aperta la quinta di fondo, dove si può vedere l’abbracciante, mentre dalla quinta di destra (il dietro è oscurato) gli Attori si danno da fare per portare via il tavolo imbandito, le sedie e i tre cesti pieni di pomodori. Subito dopo la quinta di destra viene chiusa dagli operatori di scena mentre scompare l’immagine proiettata della scena precedente. Nel frattempo gli Attori portano in mezzo l’abbracciante per poi uscire definitivamente. Richiusa la quinta di fondo, all’interno dell’abbracciante si vedono due pezzi del tritacarne di metallo, fatti di cartapesta e ingigantiti in una dimensione consona all’adattamento : sulla destra il corpo, sulla sinistra l’elica. Dai corridoi della platea entrano Lei e Lui, angosciati. Salgono l’una da una parte e l’uno dall’altra delle scale poste ai lati del proscenio e si fermano ancora più angosciati davanti al corpo e all’elica.

Lei - Vent’anni … sono passati vent’anni … -
Lui - … ricordarlo serve soltanto a torturarti … ora come ora dobbiamo soltanto cercare di non fargli alzare la posta, tutto qui … -
Lei - (esasperato) … come se non fosse già abbastanza alta ! Come se potessimo pagare qualsiasi cosa ! -
Lui - (stesso tono) Senti, io non ce la faccio più a continuare così … una decisione la dobbiamo pur prendere. -
Lei - Una che … hai forse detto, decisione ? Magari la stessa che ci ha portati a questo punto, no ? Tanto ormai la tua coscienza si è assuefatta … ammazzarne un altro non farebbe che spianarti la strada per volerlo fare ancora, e ancora e ancora … -
Lui - … ma che ne sai tu, di coscienza ? Avrei dovuto farmi ammazzare da tuo marito ? Era questo quello che volevi ? (dopo una pausa carica di tensione) Se solo riuscissimo a farlo funzionare … -
Lei - … che cosa risolveresti ? -
Lui - … un mucchio di cose. -
Lei - (furioso) Ma se è tutta la vita che ti illudi, che illudi me e tutti quelli che ti stanno intorno … lo vuoi capire che tanto prima o poi lo verranno a sapere proprio perché in fin dei conti è giusto che lo sappiano … quanto credi che durerà ancora questa farsa ? -
Lui - … tua figlia … -
Lei - … nostra figlia … nostra figlia è una ragazza che è cresciuta senza un vero padre, che è cresciuta con te, che lo sei davvero, ma che hai dovuto fingere di non esserlo … tuo figlio è un ragazzo che è cresciuto con tua moglie, ma che non ha mai conosciuto la sua vera madre e che io non posso nemmeno abbracciarlo come fosse mio proprio perché ha vissuto con quella sgualdrina che hai scelto di sposare. -
Lui - (risoluto) Quale vita credi che condurrebbero se lo venissero a sapere ? Ti sei almeno accorta che da quando siamo qui tutti insieme non fanno altro che … beh, hai capito cosa voglio dire … quindi spiegami a cosa servirebbe dirglielo, a rovinare la loro vita ? A renderli consapevoli di dover per forza sostenere un fardello insopportabile ? -
Lei - (sarcastico) Tua moglie invece resterà sempre muta come un pesce, giusto ? -
Lui - Ha troppa paura, non lo direbbe mai. -
Lei - Paura di cosa, di chi, di chi ci sta ricattando forse ? -
Pausa

Atto primo scena sesta

Tavolo espiatorio

Lei aggira l’abbracciante da un lato. La stessa cosa fa Lui dall’altro lato. La quinta di fondo viene aperta totalmente e i due Attori escono, consentendo agli operatori di scena di portare via l’abbracciante. Buio. Pausa. Penombra. Il tavolo è nel mezzo, illuminato da un riflettore. A destra del tavolo, la lama a croce del tritacarne di metallo fatta di cartapesta, ingigantita e sistemata con un fermo. A sinistra, il disco perforato, della stessa dimensione e materia della lama, sistemato allo stesso modo. Lei e Lui entrano sul palcoscenico dai corridoi, con il medesimo impatto emotivo con cui sono entrati nella scena precedente (questa volta senza fermarsi in contemplazione davanti ai due oggetti, guardandosi in faccia di profilo sul proscenio).

Lui - … è la sola cosa che possiamo fare per evitare le conseguenze, credimi … tanto il corpo è carbonizzato … non potranno mai dimostrare che era tuo marito che voleva uccidere me, che sono stato io a tramortirlo nella foga, che sono stato io a spingerlo in quel burrone … ragiona … -
Lei - (furioso) … su cosa ? Sul fatto che cambi versione ogni cinque minuti ? Dimmi perché ora hai cambiato ancora versione, perché tuo figlio non ti somiglia abbastanza ? Che cosa avresti fatto tu al posto suo se avessi saputo che la bambina era di un altro ? -
Lui - Non sono cose che puoi … -
Lei - … potevamo prevedere la sua reazione, almeno ! La verità è che non dobbiamo vederci più … è stato uno sbaglio enorme continuare a frequentarci dopo tutto quello che è successo … -
Lui - (sarcastico) … ma certo, si, non dobbiamo più vederci … così la bambina crescerà in perfetto equilibrio … così come mio figlio d’altra parte … -
Lei - (deduttivo/furioso) … quindi sposeresti lei, è così ? Andresti a vivere con quella lì, con tuo figlio ? -
Lui - Vedi alternative ? Preferiresti marcire in galera sapendo che nessun’altra donna a questo mondo potrebbe mai sostituirti per accudire la nostra bambina ? -
Lei - (disgustato) Sei un vigliacco, un ipocrita … al processo salterebbe fuori la verità … -
Lui - … quale, quella che la legge vieta alle persone di cambiare idea ? Se dovesse mai esserci un processo come credi che ci giudicherebbero ? Assoluzione con formula piena per legittima difesa oppure condanna a vent’anni di reclusione per essere stati gli unici colpevoli di un delitto a sfondo passionale ? -
Lui - Né l’una né l’altra, l’unica cosa che mi importerebbe sarebbe di riuscire a convincere la gente che il nostro amore è pur sempre amore, nonostante tutto, e soltanto con uno scandalo morale saremmo in grado di dimostrarlo … pensaci … mio marito credeva di essere il padre e avrebbe dovuto farlo, ma non lo ha mai fatto, anzi, in questi tre anni non ha fatto altro che tradirmi, incolparmi, calunniarmi … mettiamoci pure picchiarmi, anche se si è sempre guardato bene dal farlo … mentre tu, che sei il vero padre, ma che non volevi esserlo, alla fine è come se lo avessi fatto lo stesso, e quando la vera madre di tuo figlio se ne è andata per i fatti suoi lasciandotelo gestire come meglio credevi, sei uscito allo scoperto e lo hai ammazzato con la mia complicità … lo hai ammazzato primo per legittima difesa, come è di fatto avvenuto, e secondo perché amavi me e i tuoi figli … -
Lui - (deduttivo) … come no … e come credi che commuterebbero la pena, da vent’anni a una settimana ? Io non ho intenzione di passare il resto dei miei giorni a marcire in galera solo perché ho la coscienza sporca. In fondo tu lo sai che le ragioni dello scandalo che vorresti mettere in piazza, dichiarandoci colpevoli, sono vere, lo sai che uno come tuo marito non doveva nemmeno nascere … (dopo una pausa) ascoltami, purtroppo è l’unica cosa che possiamo fare … pagargli quella cifra per la falsificazione dell’atto di nascita era la sola strada che potevamo prendere … e ora, comprarne un altro è diventato indispensabile purtroppo, anche se è lui che ce lo vende … -
Lei - … chi è stato a dirti che quel figlio di puttana li vende, oltre che falsificare atti di nascita, un altro chirurgo ? -
Lui - No, è stato un prete a dirmelo … uno di quelli che non crede alla perfezione dei suoi ingranaggi, oltretutto … per quello che riguarda mia moglie invece non ti devi preoccupare, gliene ho già parlato io … lei è sterile, ha sempre desiderato avere un bambino. -




Atto primo scena settima

Chiaroscuro

Dissolvenza. Buio. Ancora penombra. Si intravedono gli operatori di scena che entrando dalla quinta di destra portano via il tavolo e la lama di cartapesta, lasciando soltanto il disco perforato. Di fianco al disco perforato posizionano la tramoggia (sempre della stessa materia e dimensione degli altri pezzi) al rovescio, e sei candele, sul proscenio. Nel frattempo sono entrati Lui, Laex e Figliodilui. Figliodilui porta con sé una coperta e un cuscino. Coricandosi a terra, vicino ai due oggetti di cartapesta, e coprendosi, poggia la testa sul cuscino che sta in grembo a Laex, accovacciata. Lui è in piedi. La quinta di destra viene chiusa dagli operatori, che restano dietro la quinta.

Lui - (sconcertato) Che cosa ci fa lì, con te ? Sta male ? -
Laex - (giustificato) Ma non vedi che ha la febbre ? Con tutte le sudate che ha fatto in questi giorni per correre dietro all’aquilone era normale che si ammalasse. Proprio ora, pensa … domani non potrà nemmeno andare a quello che avrebbe dovuto essere il suo primo giorno di scuola … -
Lui - (cercando invano di riprendersi suo figlio) Ma cosa ti sei messa in testa lurida baldracca da quattro soldi che non sei altro … continua a gemere per telefono come hai sempre fatto, lo sai che lui è affar mio. -
Laex - (mostrandogli un tesserino di riconoscimento) Se fossi in te eviterei qualsiasi contatto fisico … questo appartiene a un primario di chirurgia che ho conosciuto quando … si, insomma, in quei giorni lì … -
Lui - (trattenendosi dall’ammazzarla di botte) … ti sei messa con quel figlio di puttana ? Quindi sapevi che ci stava ricattando ? E scommetto che sai anche che ci vuole ancora vendere il suo … -
Laex - … se è solo per questo so anche che non avrete vita lunga. -


Sipario


Atto secondo scena prima

Tavolo generazionale

Madredilei, Lei e Figliadilei salgono sul palcoscenico da i corridoi con i tre cesti di vimini, colmi di biancheria pulita e stirata, e aprono il sipario. C’è soltanto il tavolo, nel mezzo. Sulla quinta di fondo, il corpo di cartapesta ingigantito (del tritacarne di metallo) e proiettato su uno sfondo rosso. Sulla quinta di destra il fotogramma del cilindro cavo, proiettato su uno sfondo nero. Sulla quinta di sinistra, il fotogramma della lama, su fondo bianco. Appena posano i cesti di biancheria, Figliadilei si dirige di corsa verso la quinta di sinistra.

Madredilei - (ridondante) E’ già ora di ritirarti nelle tue stanze, principessa ? Com’è ‘sto fatto che quando arriva il momento di faticare si scappa sempre ? -
Figliadilei - (giustificato) Veramente io non stavo scappando affatto … stavo soltanto andando a prendere gli asciugamani che ho dimenticato in camera mia quando ho fatto il primo giro per sistemare il resto … -
Madredilei - … hai sempre la risposta pronta eh … bè, dovresti iniziare a imparare per esempio che la luce di una camera si spegne quando ci si trova da un’altra parte, anche se è la tua camera. Se io mi permettevo di fare una cosa così mi obbligavano a stare al buio per un giorno intero … non succedeva un’altra volta, ci potevi mettere la mano sul fuoco che non succedeva. Io ho passato la vita intera al buio, da quando ho messo al mondo tua madre ho sempre e soltanto patito e sofferto … e ora, cosa mi resta ? Di patire ancora, di soffrire ancora. Il dolore non ha bisogno di luce, il dolore … -
Figliadilei - … il dolore è come una buccia di banana che guarda caso si trova sempre sulla strada di chi pensa al passato e di chi si lamenta in continuazione … invece di pensare al passato perché qualche volta non pensi anche al futuro, perché non pensi a noi ? -
Madredilei - (basito) Pensare a voi … Dio mio, tu non puoi capire … -
Lei - … capisce meglio di quanto credi, anche se è solo da poco che … soffre … -

Figliadilei esce dalla quinta di destra piangendo.

Madredilei - Ecco, hai visto ? Hai visto cosa capisce ? -
Lei - (avvicinandosi a sua madre, pacato ma risoluto, dopo una pausa) Se vuoi restare qui insieme a noi la devi smettere, va bene ? Non permetterò di inculcare le tue lagne a una ragazzina che nemmeno sa chi è suo padre e che crede che le siano venute prematuramente a causa della morte del mio. Quindi o la smetti oppure te ne torni di corsa a casa tua. -
Madredilei - Vergognati ! Tuo padre è sottoterra e tu vorresti lasciarmi qui da sola ? Con tutto quello che ho visto, con tutto quello che ho passato grazie a voi ? -
Lei - (esasperato) E no eh … mi dispiace, ma io penso di aver pagato abbastanza per gli sbagli che ho fatto, più di quanto avrei dovuto pagare se fossimo finiti dentro … quello che mi da più fastidio però è che tu questo lo sai … se è andata come è andata è perché lui ama me così come io amo lui, e in amore qualsiasi modo potrebbe andar bene … tutti i ricatti del mondo messi insieme non mi farebbero mai cambiare idea. -
Madredilei - Tanto prima o poi lo verranno a sapere tutti e due. -
Lei - (sarcastico) Ma che bella soddisfazione … così dovrei cedere anche al tuo, oltre che a quello di una sgualdrina. -
Madredilei - Ad ogni modo è già da un po’ che quella poco di buono si fa valere i suoi diritti mi pare. -
Lei - (indignato) Diritti ? Come osi chiamarli diritti quando sono stati generati dal più vile dei ricatti ? Avete tutti quanti battuto la testa per caso ? Non c’è più nessuno a questo mondo che riesce a chiamare le cose come dovrebbero essere chiamate ? Nemmeno io ci credevo, eppure devo ammetterlo, soltanto in carcere c’è libertà … se tutto questo tempo lo avessi passato in carcere mi avrebbe reso libera, avrei evitato di sentirmi dire da una sgualdrina che come per magia ha messo la testa a posto che se non lasciavo che si sviluppasse quel suo innato senso materno avrebbe detto a mio figlio, anzi, al ragazzo che avrebbe dovuto essere mio figlio, che sua madre era un’altra persona, e che per colpa mia, che sono la madre di una ragazzina alla quale vuole bene, suo padre ha ucciso mio marito … e pensa che tu, in tutto questo tempo, non hai fatto altro che pensare a come avresti potuto educare mia figlia a modo tuo … (poi, dopo una pausa) pensa, anzi, immagina, ma no, nemmeno, perché la verità è che tu non puoi, non puoi neanche lontanamente immaginare quanto io possa amarlo … prova solo a guardare come lo amo, come gli dimostro giorno dopo giorno il mio amore in ogni cosa che faccio per lui, al perché lui merita di essere così amato da me … prova a guardare … -
Madredilei - … vedo, vedo, non ti preoccupare che vedo … -
Lei - … cosa, cosa vedi ? -
Madredilei - Vedo che prima o poi quel filibustiere che dici di amare te la farà sotto il naso senza che tu te ne accorga, quello vedo. -
Lei - Non avevo dubbi … -

Entra Figliadi lei dai corridoi.

Figliadilei - (a Lei, dalla platea) Posso andare a studiare a casa sua ? Ti prometto che sarò a casa per cena … dai, non fate quelle facce, vi aiuto io a spostare il tavolo. -


Atto secondo scena seconda

Calice amaro

Figliadilei si unisce a Lei e Madredilei per spostare il tavolo mentre la quinta di destra viene completamente aperta dagli operatori di scena. Si vedono Padredilui e Lui che stanno leggendo un giornale seduti ognuno sulla propria sedia. Nel frattempo, mentre le tre Attrici stanno per uscire (ignorando del tutto l’apertura, come se di fatto la quinta non si fosse aperta) la stessa quinta viene richiusa, ma, invece del fotogramma del cilindro cavo, sullo sfondo viene proiettato un muro di mattoni. Appena si voltano, confuse, vengono aperte le altre due quinte (il dietro è oscurato). Escono dunque dalla quinta di fondo e subito dopo la quinta viene richiusa alle loro spalle diventando un altro muro di mattoni. Dalla quinta di sinistra, che resta aperta anche dopo (quando sono entrati) entrano Padredilui, Lui e Figliodilui posizionando al centro del palcoscenico una composizione di cartapesta formata da il disco perforato (che funge da base) sopra cui poggia l’elica che a sua volta è sormontata dal piedistallo (del tritacarne di metallo, sempre costruito con gli stessi canoni) che è rovesciato.

Padredilui - (enfatico) Il terzo muro di mattoni secondo me avrebbe dovuto esserci. -
Lui - (basito) Come dici scusa ? -
Padredilui - Il muro no ? Se l’avessi scritta io questa farsa il terzo muro ce lo avrei messo eccome … anche non bello come questi due, ma ce lo avrei messo si … -
Lui - (deduttivo, a suo figlio, che rimane sconcertato) Ora hai capito perché se ne è per forza dovuto andare via da tua nonna, vero ? -
Padredilui - (con lo stesso tono) Invalicabile, indistruttibile … nessuna avvertenza allo spettatore … tanto il potere è questo che fa … si occupa di te fingendo di stare a sinistra e nel momento stesso in cui tu ti accorgi che che fa solo finta di stare da quella parte e che perciò ti costringe a schierarti sul fronte opposto, ecco che si finge ancora, questa volta però di diventare di destra, o di centro … forse chi ha scritto questa farsa non ha tenuto conto che lasciando aperta la quinta di sinistra si sarebbe subito capito da che parte stava l’autore. -

Pausa

Figliodilui - Se vuoi vado io, a chiuderla. -
Padredilui - In che modo ? (poi, ravveduto) Già, me lo stavo quasi dimenticando. Tu puoi. Tu sei minorenne. Si, chiudila … fai vedere a tutti come si gioca, che tanto prima o poi lo faranno tutti. -

Facendo scorrere la parete della quinta di sinistra sulle guide, Figliodilui esce chiudendola come le altre due, a “mattone”.

Lui - Ti sembra questo il modo di dire certe cose a un ragazzino ? -
Padredilui - E’ un ragazzo sveglio e attento a come funziona il mondo, vedrai che prima o poi … -
Lui - (indignato) … ma che ne può sapere lui di teatro, o di qualsiasi altra cosa che tu non sei riuscito a fare nella vita ? Non ne posso più di sentir parlare gente insofferente, gente che se qualcuno è diverso da loro anche nel soffiarsi il naso secondo loro quel qualcuno è un essere inferiore, gente che … -
Padredilui - … se ripeti ancora una volta gente forse qualcuno ti ascolta sul serio. Dai, su … datti una calmata … -
Lui - (furioso) … me la darò quando a mio figlio passerà la rabbia di averti visto andare via per i fatti tuoi lasciando da sola mia madre, che ora non c’è più. -

Pausa

Padredilui - Lo sapeva. -
Lui - Chi sapeva ? Cosa sapeva ? -
Padredilui - Tua madre … quando era già malata le ho raccontato tutto, per filo e per segno. -


Atto secondo scena terza



Lettera chiusa con lama

Le due quinte laterali vengono aperte completamente. Lui esce (visibilmente alterato) da quella di destra. Padredilui invece si avvicina alla composizione di cartapesta rimanendo in contemplazione per qualche secondo.

Figliodilui - (turbato, appena entrato dalla quinta di sinistra) Che fine ha fatto, dov’è andato ? -
Padredilui - Non lo so. -
Figliodilui - Da quando si è rotto non è più lo stesso … -
Padredilui - … se vuoi proprio che te la dica tutta non me ne frega un accidente, né del Tritatutto né tantomeno di tuo padre (smontando la composizione di cartapesta, porgendogli il piedistallo)… tieni, è arrivato il momento di ritirarle queste macerie … -
Figliodilui - (mentre si avviano insieme verso la quinta di destra con gli oggetti di cartapesta) … perché adesso le chiami macerie ? -
Padredilui - (uscendo con Figliodilui) Perché sono da buttare. -

La quinta di destra viene chiusa alle loro spalle. Al posto del muro di mattoni, sullo sfondo viene proiettato il fotogramma ingigantito di una busta da lettera. Lo stesso accade per la quinta di sinistra. Simultaneamente si apre quella di fondo. Entrano Figliadilei, con in braccio la lama di cartapesta e Figliodilui, che ha in mano quattro nastri neri che srotola per il palcoscenico formando le stesse linee della busta da lettera che ora si vede anche sullo sfondo della quinta centrale, che si è appena richiusa. Figliadilei appoggia la lama di cartapesta a terra, con molta cura, e si sdraia accanto a Figliodilui, dando così l’impressione che siano all’interno di una busta da lettera chiusa.

Figliadilei - (risoluto) Caro amico mio, ti scrivo per dirti che voglio diventare una grande attrice. Mia madre è pure d’accordo, dice che mi iscriverà lei stessa all’accademia d’arte drammatica … -
Figliodilui - (stesso tono) … capisco benissimo che è da maleducati interrompere qualcuno mentre scrive, ma anch’io vorrei … (poi, deluso) … solo che mia madre non vuole … -
Figliadilei - (basito) … e perché scusa ? -
Figliodilui - Dice che sono troppo giovane e che cambierò idea ancora tante di quelle volte che magari tra vent’anni nemmeno mi ricorderò del perché volevo recitare. -
Figliadilei - (sospirato) Se fossi già ricca e famosa non parlerebbe così, direbbe che dovresti sposarmi subito, che sei il ragazzo più fortunato del mondo … questo direbbe … hai sentito che cosa ha detto oggi quello di filosofia ? -
Figliodilui - Di cose ne ha dette talmente tante che … -
Figliadilei - … ha detto che l’origine dei sogni proviene dalla necessità dell’essere umano di trasmettere alla memoria immagini causali, e che l’unico effetto banale che questa frase potrebbe produrre sarebbe quello di non dirlo. E tu, che cosa sogni ? Qual è l’ultimo sogno che hai fatto ? -
Figliodilui - Ho sognato che tua madre si stava mangiando un pomodoro seduta al tavolo, e che anche noi eravamo lì. Poi che si è alzata e che è andata a sputare il succo dentro il Tritatutto. -
Figliadilei - E tuo padre, c’era ? -
Figliodilui - C’era, c’era … e c’erano anche tua nonna e mio nonno … -
Figliadilei - … e tua madre ? -
Figliodilui - No … però è entrata dopo, più tardi … mi ha fatto uno strano effetto … sembrava diversa … -
Figliadilei - … se fossi al posto tuo a tua madre le scriverei. Le cose scritte fanno più impressione … (poi, cambiando tonalità) cara mamma, ti scrivo per dirti che io sono nato per fare l’attore … -


Atto secondo scena quarta



Bioscomposizione

Dissolvenza. Buio. Nella più totale oscurità si sente lo stesso suono cupo e amplificato sentito nella prima scena del primo atto, riprodotto per un’altra manciata di secondi. Tornati il silenzio e la luce si vedono Lei, Lui e Laex seduti attorno al tavolo con un grosso libro messo sopra. Sulla quinta di fondo si vede il fotogramma del corpo (del tritacarne di metallo) di cartapesta ingigantito e scomposto in tre pezzi. Sulla quinta di destra l’elica, che appare allo stesso modo del corpo, e su quella di sinistra la tramoggia, sempre scomposta in tre pezzi. Lo sfondo di tutte e tre le quinte è nero.

Laex - (sconcertato) … è assurdo, tutto è assurdo, a cominciare dal fatto che siamo noi ad essere delle assurdità. -
Lei - (pacato) … tu non hai il diritto di fiatare … -
Laex - (indignato) … non ho il diritto di fiatare ? Con tutto quello che ho fatto per voi ? Ma sentila … non riesci proprio mai ad aprirli gli occhi tu ? E’ stato perfino troppo magnanimo … chi lavora per migliorare la qualità della vita delle persone ha bisogno di fondi, continuamente … -
Lui - (stesso tono) … non andare oltre, altrimenti è la volta che va a finire male sul serio … una come te avrebbe dovuto fare la stessa fine di suo marito : dentro una macchina piena zeppa di benzina giù da un burrone, solo questo ti meritavi … invece no, invece hai passato tutti questi anni a recitare la parte della madre di mio figlio solo perché sapevi che prima o poi ne avremmo comprato un altro, perché hai sempre saputo che quello originale si sarebbe rotto … -
Laex - … siete solo dei pazzi, non c’è altro da dire. -
Lei - (prendendo il libro dal tavolo) Si, più o meno dicono tutti così, è vero … peccato però che per comprarlo è necessario conoscere una storia. Niente storia niente Tritatutto (posando il libro sul tavolo). Queste sono le condizioni, e visto che è il tuo … (sarcastico) amore … che vorrebbe vendercelo, soltanto un fesso capirebbe che avresti anche potuto non saperlo. Tutto quello che abbiamo, inclusa casa nostra, e che vorremmo dargli per averlo, non lo userebbe per la ricerca, lo userebbe soltanto per soddisfare altri suoi bisogni. Quando all’epoca lo contattammo per falsificare l’atto di nascita fu proprio lui a dirci di provare a stimolare le funzioni del nostro, di quello originale, ce lo disse apposta, semplicemente per usarci come cavie da laboratorio, perché sapeva quanto sia pericoloso provare a stimolare le sue incredibili funzioni, perché sapeva quali e quanti rischi avremmo corso nel fare quel tentativo. Per questo si prestò con la massima disponibilità ad insegnarci come (prendendo nuovamente il libro in mano, mettendolo davanti a Laex) consultarlo, sembrava quasi che ci godesse nello spiegarci le nozioni basilari che servono a capire come si consulta il contenuto della storia che serve a comprendere il suo corretto funzionamento. -
Laex - Io … -
Lei - non fiatare, te l’ho già detto … la storia dice che un giorno due lesbiche fanno una scommessa con la gente. La gente è convinta che la famiglia, in una farsa come questa, sia un’istituzione basata sulla convenienza, un’ amalgama di personaggi che possono scegliere chi essere o diventare, creati apposta per rimanere fedeli ad un adattamento adeguato alla farsa stessa. Mentre loro, le due amiche, credono il contrario, credono che i personaggi siano sempre esistiti, che siano vivi proprio perché sono costretti a non scegliere. Se sarà la gente, a vincere, alla gente spetterà che le due amiche diventino eterosessuali. Se invece vinceranno le due amiche allora potranno rimanere omosessuali in eterno. Nel caso però che le condizioni venissero a mancare, ovvero nel caso si dovesse rompere il Tritatutto, allora spetterà ai personaggi stessi stabilire quali siano i vincitori e quali siano i vinti. -




Atto secondo scena quinta

La gente e il tempo

La quinta di fondo viene completamente aperta dagli operatori di scena (il dietro è oscurato). Consegnando il grosso libro a Laex, Lei esita un istante per vedere come si comporta, per cercare in qualche modo di interpretare la sua reazione. Vista però l’inamovibilità di Laex e non senza essersi scambiata cenni d’intesa con Lui, Lei e Lui escono portandosi dietro sia il tavolo che le due sedie. A questo punto viene aperta anche la quinta di destra, simultaneamente alla chiusura della quinta di fondo : ciò che si vede dietro è un cassonetto dell’immondizia, arancione, usato per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi (la scritta sul cassonetto indica “indifferenziato”). Laex si dirige verso il cassonetto, lo apre, e ci butta dentro il libro ingombrante. Quindi viene chiusa anche la suddetta quinta simultaneamente all’apertura di quella di sinistra, da dove entrano Primamicadilei e Secondamicadilei. Una volta entrate la quinta viene richiusa e subito dopo, su tutte e tre le quinte, vengono proiettate delle scene di vita comune, riprese un po’ ovunque, ma non a caso : il caos generato dall’audio amplificato dei dialoghi sovrapposti delle rispettive scene (in quella di sinistra si vede una famiglia numerosa riunita attorno al tavolo sotto l’albero di Natale, in quella centrale una coppia eterosessuale di mezza età che sta litigando, e in quella di destra una strada colma di giovani manifestanti vestiti in modo eccentrico che sfilano allegramente in favore dell’orgoglio omosessuale) non consente alcuna comprensione.

Primamicadilei - (esasperato, disattivando soltanto l’audio con un telecomando che ha in mano) … adesso basta però eh … e che cavolo, non se ne può davvero più di tutto questo bailamme … non sarebbe ora di mettere un po’ le cose a posto ? Cosa ne dici ? -
Secondamicadilei - (scettico) Mah … per come la vedo io le cose non cambieranno mai … ora poi che si sta rompendo anche il Tritatutto generale diventerà ancora tutto sempre più difficile. -
Primamicadilei - Guarda, se c’è una cosa che proprio non ho capito è perché non potrebbero essere loro a diventare come noi se dovessero perdere. Scusa eh … ma ti sembra logico che in una scommessa del genere ci debbano ancora essere dei simili vincoli ? Così medievali, così … -
Secondamicadilei - … mi riferivo al Tritatutto generale, non a … -
Primamicadilei - … ma che differenza vuoi che faccia ? Le funzioni sono pur sempre uguali per tutti, no ? La sola cosa che cambia è che noi siamo qui dentro mentre loro sono là fuori, ma se fosse il contrario ti stupiresti se fosse ugualmente lo stesso ? Nel nostro caso per esempio la colpa è di quel chirurgo, di quel fariseo prevenuto … che cosa farà ora se dovessero cedere al ricatto ? -
Secodamicadilei - Non lo so … -
Primamicadilei - … dobbiamo aiutarli … dobbiamo fingere che il tempo non sia passato … -
Secondamicadilei - (divertito/canzonatorio) … brillante come idea, perché non la brevetti ? -
Primamicadilei - Perché no ? In effetti è già da un pezzo che ci sto pensando, anzi scusa, che ci stavo pensando … (poi, accentuato) voglio dire che ci penserò … su, dài … tu mi capisci … diciamo che adoro postporre perché ogni qual volta anticipo, per azzardarmi a fare una previsione, me la prendo sempre nel … (imbarazzato) tu comprend, n’est pas ? -




Atto secondo scena sesta

Simbolo in cesto

Le due amiche scendono dalle scale poste ai lati del proscenio. Dal corridoio, prima di uscire dalla platea, Primamicadilei “disattiva” (l’attivazione era una piccola farsa) con il telecomando le scene in atto proiettate sulle quinte. Dissolvenza. Buio. Breve Pausa. All’apertura si vedono Figliadilei e Figliodilui che giacciono nudi (con la sola biancheria intima addosso) e abbracciati all’interno di un cesto di paglia molto capiente, fuori misura. Alla destra del cesto c’è un triangolo di cartapesta, bidimensionale, nero, posizionato a mo di cono, a sinistra un triangolo simile, posizionato a mo di piramide. La quinta di fondo è completamente aperta, oscurata, mentre le due laterali sono rosse.

Figliodilui - … che strano … se ci pensi bene si è rotto proprio nell’attimo prima di quando le amiche di tua madre si sono presentate qui da noi. -
Figliadilei - A me non sembra così strano visto che per vincere quella scommessa ci hanno coinvolto direttamente, farebbero qualsiasi cosa pur di riuscirci … (infilandosi il saio bianco preso dal cesto esce fuori) spero soltanto che sia la gente a vincere, a decidere se abbiamo fatto bene o se abbiamo fatto male a metterci insieme … spero con tutto il cuore che siano capaci di misurare le giuste dosi di odio che si devono dare al vero amore … io stessa ti odio, amandoti. -
Figliodilui - (vestito, uscendo dal cesto) Non mi sembra una buona ragione perché vinca la gente. Anch’io ti amo eppure ti detesto … le amiche di tua madre lo sanno questo, sanno come gli altri le possano odiare, sanno da quanti giudici verranno giudicate … -
Figliadilei - … perché non ti chiedi se anche tuo padre lo sa ? Lui adora mia madre, la adora a tal punto che ha lasciato la tua ed è venuto a piazzarsi qui con noi. Quale prova migliore potrebbe esserci in un amore ? Che cosa sarebbero disposte a fare invece le amiche di mia madre tra mettiamo vent’anni, far vedere a tutti che il loro amore può durare in eterno mentre il nostro è destinato a morire ? E noi invece, che cosa saremmo disposti a fare ? -
Figliodilui - Io so soltanto che non avrei sposato un’altra donna … -
Figliadilei - … e se invece fossero stati costretti a farlo ? Supponiamo che tuo padre, per difendere mia madre da uno sbaglio fatto alla nostra età, le abbia dato il permesso di vivere con un altro uomo, un uomo che non ama, ma che si sposa … mettiamo poi che adesso io sia incinta di un altro uomo che non amo, e mettiamo pure che questo qui ci voglia rovinare, che sia addirittura disposto a uccidermi … tu che cosa faresti per difendermi ? -
Figliodilui - Lo ammazzerei. -
Figliadilei - E di me, che ne faresti di me ? -
Figliodilui - Ti lascerei perdere, che altro dovrei fare ? -
Figliadilei - Rendermi tua complice per esempio. -
Figliodilui - No, lo escluderei. -
Figliadilei - Perché ? -
Figliodilui si limita a fissarla, accennando poi uno sguardo d’intesa nel raccogliere i due triangoli di cartapesta.




Atto secondo scena settima

Campo visivo

Raccolti dunque i due triangoli di cartapesta nel cesto di paglia, i due ragazzi escono dalla quinta di fondo, rimasta aperta e oscurata per tutta la scena precedente. Poco dopo entrano gli operatori di scena srotolando un tappeto lungo e largo quanto la superficie del palcoscenico. Sul tappeto è raffigurata una strada classica, d’asfalto, delimitata da un bel prato verde. Mentre escono gli operatori vengono prima aperte e poi immediatamente richiuse le quinte laterali, che rivelano un cielo terso, azzurro. Infine anche la quinta di fondo viene richiusa, dove si può vedere lo stesso identico cielo ma con al centro l’immagine del Tritatutto (il tritacarne di metallo ingigantito, visto di fronte). Padredilui e Madredilei, che sono entrati un attimo prima che venisse richiusa la quinta di fondo, sono in mezzo alla strada.

Padredilui - (drammatico) … me lo ha sempre detto mia moglie che non dovrebbero comprarlo. Bisogna soltanto cercarlo, diceva, e se un giorno dovesse rompersi bisogna dannarsi l’anima pur di farlo funzionare di nuovo … ci impiegò un anno intero per dirmelo, tutto il tempo della sua malattia … fu allora che mi disse anche che chi pensa di trovarlo, vendendolo, è perché o vuole approfittarsi della buona fede di quelli che non vedono, oppure è perché conosce così bene gli ingranaggi che ne è parte integrante. -
Madredilei - (accorato) Lo so, lo so … anche mio marito diceva più o meno così. -

Nel frattempo sopraggiungono Lei e Lui da i corridoi della platea.

Lei - (salendo dalla scala del proscenio insieme a Lui) Si può sapere che cosa stai farneticando ? Mio padre non è mai stato capace di entrare in certi discorsi … -
Madredilei - (sarcastico) … certo … veniva a farli proprio a te, certi discorsi … -
Lei - … che vorresti dire, che significa quel tono ? -
Madredilei - Significa che tu non sai niente di tuo padre, che non hai mai voluto sapere niente … -
Lei - (esasperato) … che cosa avrei dovuto sapere ? -
Madredilei - Che era un eroe … che ha sacrificato tutta la sua vita per salvare altre vite, tutte quelle che ha potuto … (poi, dopo una pausa) … falsificava documenti, passaporti, carte d’identità, visti … era nella R.R.S. * - * Rete di Resistenza Solidale
Lui - Ti prego, non … -
Lei - (esterrefatto) E tu hai avuto la sfrontatezza di non dirmelo mai ? Mio padre ha evitato deportazioni in campo di sterminio, imbarchi clandestini, decapitazioni di massa, e tutto quanto di più disumano c’è stato a questo mondo e io dovrei starmene zitta ? -
Lui - Stavo solo cercando di dirti che … -
Lei - (piangendo) … mi ha sempre fatto credere che era un disadattato, un delinquente … (poi, rabbioso, dopo una pausa carica di tensione) sei un mostro … la sola ragione per cui esisti è perché sei rimasta qui … -
Madredilei - (indifferente, a Padredilui) … continua a vivere nel mondo dei sogni, è per questo che non mi ha mai potuto vedere …. -
Lei - … tu hai paura, paura di morire sola, è per questo che mi hai messa al mondo … tu avevi il dovere di dirmelo ! -
Madredilei - Se te lo avessi detto che cosa sarebbe cambiato ? Quello che voi avete fatto sarebbe forse colpa mia ? Il mio silenzio non vi è dunque servito ? -
Lui trattiene Lei. Dissolvenza.


Sipario



Atto terzo scena prima

Pomodori con porta

All’apertura, in mezzo al palcoscenico c’è una porta, cieca, in legno, sorretta da una base (sempre in legno). I pomodori sono allineati sul proscenio. Sulle quinte non c’è alcun fotogramma, scena ripresa, o immagine proiettata. Si apre la porta ed entrano Primamicadilei e Secondamicadilei.

Secondamicadilei - (chiudendo la porta, riferito al fatto che Primamicadilei si sta attorcigliando goffamente le braccia sopra la testa) Si può sapere che cosa stai facendo ? -
Primamicadilei - Sto cercando di immedesimarmi nell’elica. -
Secondamicadilei - (di avvertimento) E’ la cosa più cretina e sbagliata che poteva venirti in mente di fare adesso … te lo dico subito il perché, c’è mica bisogno che mi squadri dalla testa ai piedi sai ? Ho paura che la gente si accorga che l’hai fatto apposta a fare l’elica. -
Primamicadilei - Perché ? -
Secondamicadilei - Per dimostrare che sia l’elica, e cioè lui, e sia il corpo, vale a dire lei, cedano al ricatto perché si vedrebbero per quello che sono in realtà. Io credo che a nessuno piacerebbe vedersi per ciò che si è in realtà, soprattutto a loro, a questa dannata famiglia costretta a rendere pubblico ciò che nemmeno l’esibizionista più sfrenato farebbe … credo che, per come sono loro e soprattutto per quello che hanno fatto, verranno giudicati … -
Primamicadilei - … e allora ? -
Secondamicadilei - (giustificato) Allora voglio dire che sarà la gente a vincere questa scommessa …. -
Primamicadilei - … non ne puoi proprio fare a meno, è più forte di te, vero ? -
Secondamicadilei - Cosa ? -
Primamicadilei - Ma come cosa ? Ma di tirarti addosso tutte le sciagure di questo mondo no ? Non hai appena detto che la gente si accorgerebbe subito della mia immedesimazione in lui perché in un certo senso dimostrerei che cedano al ricatto del chirurgo ? -
Secondamicadilei - Si. -
Primamicadlei - Oh … perché dunque il chirurgo non compare mai ? -
Secondamicadilei - Non lo so, dovremmo chiederlo a … -
Primamicadilei - … perché se comparisse questa farsa non si chiamerebbe più farsa, perché è un espediente, uno stratagemma perfino sorpassato ormai, per far vedere alla gente un capro espiatorio perché la gente ha sempre bisogno di un capro espiatorio … -
Secondamicadilei - … e allora ? -
Primamicadilei - (basito) E allora ? Guarda che tanto saranno loro a decidere chi vincerà, quindi rilassati, fatti uno champagne … vedi tu … io non lo so … -
Secondamicadilei - … loro chi ? -
Primamicadilei - (esasperato) Ma come chi ? Le componenti no ? Corpo, Elica, Piedistallo, Cilindro cavo, Lama, Disco perforato e Tramoggia … su, dài … diamoci da fare …. -


Atto terzo scena seconda

Camera con vista

Primamicadilei apre la porta e tira fuori i tre cesti di vimini vuoti. Dopo aver raccolto tutti i pomodori allineati sul proscenio spostano la porta dal centro del palcoscenico al centro della quinta di fondo, che nello stesso momento viene aperta completamente (il dietro è oscurato). Mentre le due amiche escono attraverso la porta con i tre cesti pieni di pomodori, entrano gli altri sei Attori. Nell’incrociarsi scoppiano tutti quanti a ridere e non appena qualcuno tenta di dire qualcosa gli altri si mettono a ridere ancora di più, fino a che Primamicadilei, cercando di darsi un contegno e dopo aver elencato le corrispondenze delle componenti del Tritatutto (ovvero i pezzi del tritacarne di metallo che corrispondono ai personaggi) facendosi aiutare da Secondamicadilei, non portano fuori i tre cesti di pomodori tornando immediatamente con il tritacarne di metallo. Pausa. Tutti gli Attori appaiono timorosi, impauriti, fino a che dalla porta entra un operatore di scena e inizia a smontare il tritacarne di metallo cominciando ovviamente dalla ghiera, che non è mai stata menzionata durante la farsa. Sollevandola in aria a braccio alzato la mostra prima al pubblico presente in sala, e poi, come una sorta di monito divino, a tutti e nove gli Attori. Dopo di che esce passando attraverso la porta con la ghiera in mano. Appena uscito l’operatore scoppiano nuovamente a ridere, questa volta però a crepapelle, rotolandosi per terra e continuando di gusto fino a che una forte luce abbagliante illumina la quinta di fondo. Quindi, visibilmente attratti dalla luce, come ipnotizzati, si accodano davanti alla porta per uscire in fila disciplinatamente.

Atto terzo scena terza



Cineteca familiare

Dissolvenza. Buio. Pausa, relativamente prolungata. Al ritorno delle luci in scena si vedono Primamicadilei e Secondamicadilei sedute su delle poltroncine (una fila, identiche a quelle della platea) rivolte verso la quinta di fondo.

Secondamicadilei - (imbarazzato) … certo che con la figura che abbiamo fatto ora possiamo dire addio ai nostri sogni di gloria. -
Primamicadilei - (risoluto) Ah si ? Gli altri invece avrebbero fatto una bella figura, vero ? -
Secondamicadilei - (voltandosi, da seduta, riferito al pubblico presente in sala) Perché non lo chiedi a loro ? -
Primamicadilei - (imbarazzato, al pubblico presente in sala) Scusate ma … proprio non ce la faccio a importunarvi. (poi, sprezzante) Allora ? Voi o noi ? -
Secondamicadilei - (giustificato) Non ci fate caso, fa sempre così quando sente che sta per perdere una scommessa … comunque sia vi invito ad assistere, con noi, alla sesta scena del primo atto di questa farsa, quando Lei cerca di convincere Lui a provocare uno scandalo per l’omicidio di suo marito. -

Rivoltandosi verso la quinta di fondo le due amiche si preparano per assistere alla proiezione della scena : si abbassano le luci e sullo sfondo viene in effetti proiettata la sesta scena del primo atto, ma parodiata da Primamicadilei, che interpreta Lei, e Secondamicadilei che interpreta Lui. Sul palcoscenico in proiezione si vedono soltanto due oggetti minuscoli (non distinguibili, la vera lama del tritacarne di metallo e il vero disco perforato) prima del sopraggiungere esageratamente concitato delle due Attrici.

Secondamicadilei/Lui - (prendendo in mano il disco perforato) E questo cos’è ? Che cosa mi dovrebbe rappresentare ? -
Primamicadilei/Lei - Bè, è tuo figlio ! Non lo riconosci ? (prendendo poi in mano la lama, i due oggetti vengono ingigantiti e proiettati a loro volta sullo sfondo della relativa quinta, indicando la lama in proiezione) Guarda la mia : è cresciuta così in fretta che pensavo fosse già in dolce attesa … -
Secondamicadilei/Lui - … ad ogni modo non possiamo fare diversamente, tanto il corpo è carbonizzato … -
Primamicadilei/Lei - (basito) … non possiamo fare diversamente ? Guarda che su come ammazzare mio marito se permetti altre idee me ne sarebbero venute in mente anche a me, sai ? C’era mica bisogno di tirargli una botta in testa e spingerlo giù dal burrone … comunque non possiamo più tornare di sicuro indietro, è per questo che … -
Secodamicadilei/Lui - … che ? -
Primamicadilei/Lei - (imbarazzato) Che … insomma, che non ci dobbiamo più vedere, ecco … -
Secondamicadilei/Lui - (basito) … e perché ? -
Primamicadilei/Lei - (giustificato) Come perché ? Perché tu sei il padre di mia figlia, no ? Per quale altra ragione credevi che te lo dicessi ? E poi, scusa. Ma ci hai mai pensato alle conseguenze ? -
Secondamicadilei/Lui - Quali ? -
Primamicadilei/Lei - (enfatico) Metti che ci scoprono e che ci mettono dentro … -
Secodamicadilei/Lui - … e allora ? -
Primamicadilei/Lei - (giustificato) E allora finiremo su tutti i giornali per non aver confessato il reato che abbiamo commesso a una coppia di minori generata dal più legittimo dei legami, no ? Ce l’hai una vaga idea di che bel gruzzoletto riusciremo a racimolare ? -

Pausa. Dissolvenza con conseguente oscuramento della quinta di fondo.

Atto terzo scena quarta



Tavolo con specchi

Primamicadilei e Secondamicadilei escono dalla quinta di fondo (che nel frattempo è stata aperta) per tornare subito dopo con un cesto di vimini colmo di pomodori, che non tardano a ridistribuire agli spettatori seduti nelle prime due file di poltroncine in platea, per poi uscire definitivamente passando da i corridoi (prima di uscire Primamicadilei esclamerà a voce alta che non era una scommessa da fare). Nel frattempo vengono aperte le quinte laterali, da dove entrano gli operatori di scena che si portano via le poltroncine sostituendole con il tavolo, che mettono al centro del palcoscenico con uno specchio appoggiato sopra. Terminate le fasi del cambio di scena, gli operatori escono : alcuni dalla quinta di destra, altri da quella di sinistra, richiudendole. Le immagini proiettate di quattro specchi, due per quinta, sono sovrapposte a uno sfondo rosso. Poi, dalla quinta di fondo (rimasta ancora oscurata dalla seconda scena) entra Padredilui.

Padredilui - (ironico, guardandosi allo specchio) Dicono che il bene più prezioso al mondo sia la famiglia … devo ammetterlo, sarei curioso di conoscerli di persona quelli che hanno detto questa perla di saggezza … così, giusto per informarli che io, se per caso un giorno dovessi dire pubblicamente che mia moglie se ne è andata ormai da dieci anni a causa di un male incurabile, che in pratica sono sopravvissuto a tutti compresa mia sorella, che prima di passare a miglior vita ha passato gli ultimi suoi cinque anni in preda ai vantaggi dell’Alzheimer, e che, per quello che riguarda il futuro è chiaro, mio figlio è tutt’ora costretto a vivere in una famiglia … ideale direi … beh, io penso proprio che qualcosa da insegnare a questa gente sul valore inestimabile che questa specie di bene infonde da sempre ce l’avrei si …(prendendo tra le mani lo specchio dal tavolo) ad esempio, se ora chiedessi alle persone di questa mia nuova famiglia, che vivono con me in questa casa, chi è stato a mettere questo specchio sulla mia scrivania sono sicuro al cento per cento che tutti, a partire proprio da mio figlio, confesserebbero di essere stati loro … ma il bello è che non lo farebbero per cercare di confondermi, ma soltanto, esclusivamente, perché sono delle persone responsabili, che darebbero la vita pur di ammettere la loro colpevolezza … (poi, dopo aver sentito bussare alla porta, rimettendo lo specchio sul tavolo) avanti … (dopo l’ingresso, senza parole, di Madredilei dalla quinta di fondo) … bè ? Cos’è quella faccia ? (riferito allo specchio) Sei stata tu per caso ? -
Madredilei - (tragico) Qualsiasi cosa ti stia passando per la testa non c’entra con il fatto che sono venuta con sdegno a bussare alla tua porta. -
Padredilui - (divertito/canzonatorio) Mamma mia … d’ora in poi dovrò per forza cercare di pensare che siano tutti innocenti, sennò magari la prossima volta saresti capace di trasformarti in una specie di Medea ammazza cognati … anzi scusa, ammazza pseudo cognati … -
Madredilei - (accorato) … falla finita … (stesso tono, dopo una pausa) è successo qualcosa che non doveva succedere, che non avrebbe dovuto succedere, è successo che preferiscono pagare … preferiscono pagare piuttosto che dirglielo … -
Padredilui - (sconcertato) … hanno ceduto al ricatto di quel bastardo ? Chi te lo ha detto, quella santa donna della … -
Madredilei - … si, lei … a forza di fare la spia e la puttana è riuscita ad ottenere quello che voleva, visto ? Purtroppo è così che va il mondo … e ora … ora possiamo davvero dimenticarci del Tritatutto, tanto non riusciremo mai più ad aggiustarlo … -
Padredilui - (risoluto) … non ti azzardare mai più a ripetere una cosa simile. Dobbiamo farlo funzionare. Spetta a noi, a nessun altro … (dopo una pausa) sarà molto rischioso, ma non abbiamo alternative … -
Madredilei - … ti spiace parlare invece di pensare soltanto ? -
Padredilui - Hanno già pagato ? -
Madredilei - No, ma … -
Padredilui - … questa notte dobbiamo fare in modo che si scambino i letti. -
Madredilei - (sconcertato) Cosa ? -
Padredilui - Ascolta … da quanto tempo è che i ragazzi si sono messi insieme ? -
Madredilei - Non lo so … da qualche mese forse, perché ? -
Padredilui - Primo perché sia tua figlia che mio figlio hanno un debole per loro, e secondo perché, se tutta la gente li vedesse mentre lo direbbero ai ragazzi invece che … si, insomma, invece che approfittarsene di quella situazione, forse potremmo ancora sperare di ripararlo. - Madredilei - E come pensi di riuscirci ? - Padredilui - (canzonatorio) E se te lo dicessi come farei a pensarci ? -




Atto terzo scena quinta

Pubblico letto
Volume 1
Dissolvenza. Buio. Pausa relativamente prolungata, in cui si sentono diversi rumori : martellate continue, trapani in funzione, mobili spostati, e simili. Al ritorno delle luci in scena si vede un letto a due piazze, posizionato nel mezzo, dove giace, con gli occhi sbarrati e le mani dietro la nuca, Figliodilui. La quinta di fondo è rimasta ancora oscurata, mentre sia dalla quinta di sinistra che dalla quinta di destra si possono vedere una quantità esagerata di telecamere (in proiezione) che ricoprono letteralmente le pareti. Poco dopo, dalla quinta di fondo, entra Lei. Appena la vede Figliodilui le va incontro, abbracciandola intimamente, proprio come fanno gli amanti.

Figliodilui - (poi, imbarazzato, staccandosi da Lei) Scusa, ma non ci riesco a continuare … il fatto è che se anche se la gente pensasse a noi due come amanti impossibili non si scandalizzerebbe più di tanto … io non ne sapevo nulla, te lo giuro … -
Lei - … qual è stata la prima cosa che hai fatto quando sei entrato e hai visto tutte queste telecamere ? -
Figliodilui - Ho provato a pensare che non fosse stato lui a combinare tutto questo casino, poi però mi sono dovuto arrendere all’evidenza, così sono andato nel suo studio e mi ha detto che cosa avrei dovuto fare non appena tu fossi entrata. -

Pausa.

Lei - (tragico) Perché ora invece non provi a pensare un po’ a tuo padre, prova a pensare a quando tuo padre ha ucciso quel coglione di mio marito … (dopo un’altra pausa) … pensa a quando ha preferito vivere con quella sgualdrina che ha fatto finta di essere tua madre per vent’anni, a quando lui veniva da me, che già stavo insieme a mia madre, a quando veniva a trovare una figlia che si era sempre rifiutato di volere perché diceva che i figli costavano troppo, a come ha iniziato a guardarla mentre cresceva perché non vedeva l’ora di metterle le mani addosso, ma che ha represso la sua libidine perché sapeva che prima o poi la avrebbe fatta addirittura innamorare proprio perché è lui il vero padre … -
Figliodilui - (furioso) … che vuoi dire … che cosa stai dicendo … tu non sei mia madre, io non ti credo …. io non credo a una sola parola di quello che hai detto … io … tu non sai chi è mio padre … -
Lei - (stesso tono)… è un assassino … un assassino e un bugiardo, della peggior specie … un calcolatore, di quelli che usano le persone, che passano sopra i loro sentimenti, che non gliene frega di niente e di nessuno tranne che di loro stessi … quando ha capito che le donne ti piacevano ha tramato come un verme viscido e schifoso per fare in modo che ti innamorassi di lei, ma tu ovviamente non te ne sei accorto perché non potevi accorgertene, perché a conti fatti era meglio per tutti se ci provavi con tua sorella, che ancora non sapevi chi era, piuttosto di masturbarti con le fotografie di una sgualdrina che sapevi di avere per madre … -

Mentre Figliodilui sta per assalire Lei, sul palcoscenico piovono pomodori, lanciati da Lui, il quale, entrando da i corridoi della platea, li ha sottratti ad alcuni spettatori seduti tra le prime file. Lei resta immobile, mentre Figliodilui esce dalla quinta di fondo.




Atto terzo scena sesta

Pubblico letto
Volume 2


Lei e Lui si fissano per un lungo e intenso istante, dopo di che Lei esce dalla quinta di fondo (sempre oscurata) mentre Lui sale sul palcoscenico infilandosi nel letto. Pausa. Non appena entra Figliadilei, Lui le salta addosso come un amante focoso in preda a un impulso incontrollabile.

Figliadilei - (rabbioso, divincolandosi) … tu sei malato … -
Lui - … è tua madre quella malata, era lei che voleva che tu avessi per padre uno che detestava avere figli, e io, per lei, valevo meno di quel coglione che credeva di essere tuo padre … -
Figliadilei - (sconcertato) … ma cosa stai dicendo ? -
Lui - Sto dicendo che se io ora ti dicessi quello che so il Tritatutto si aggiusterebbe, e io non voglio che si aggiusti, non voglio che torni mai più a funzionare … -
Figliadilei - (furioso) … ma perché, perché ? -
Lui - Lo vuoi proprio sapere ? (dopo essere stato squadrato dalla testa ai piedi per più volte) Allora stammi a sentire molto bene, perché … ascolta, lo so che non è facile da accettare, ma le cose stanno così … se noi, in questo preciso istante avessimo fatto quello che tutta la gente si aspettava che facessimo, in fondo avremmo scelto la vittoria della gente proprio perché tutti, inclusi noi stessi, che illudendoci e identificandoci nel nome della coscienza, pensiamo di sapere chi siamo e che cosa vogliamo, tutti quanti avremmo finalmente capito che questa dannata famiglia si è riunita solo per convenienza … -
Figliadilei - (ancora furioso) … dimmi perché non vuoi che funzioni ! Dimmi perché volete comprarvene un altro ! -
Lui - (imbarazzato, dopo una pausa) Vent’anni fa tua madre era una persona schietta, piena di vita e di entusiasmo, di voglia di far succedere le cose. All’epoca, quando rimase incinta di te, tuo … tuo padre … -
Figlaidilei - … perché esiti, che cosa mi stai nascondendo ? -
Lui - (risoluto) Sono io tuo padre. -
Figliadilei - (divertito) … cosa ? Questa poi … (poi, turbato) ehi, ma cos’è quella faccia ? Cosa … -
Lui - … fu tua madre a convincermi di che cosa volessi veramente dalla vita … mi spinse lei a dirglielo a lui, a quello che fino ad ora credevi che fosse morto in un incidente … -
Figliadilei - (furioso, battendogli i pugni sul petto) … non è vero … -
Lui - … quando rimase incinta per la seconda volta i miei sensi di colpa iniziarono a schiacciarmi come macigni … le dissi che mi ero pentito che avremmo confessato tutto a lui e che non ci saremmo mai più visti però le cose andarono diversamente perché nonostante lui non destasse il minimo sospetto sulla nostra relazione me lo vidi lo stesso piombare a casa mia con quella sua bella faccia da padre convinto ma soprattutto con lei … lei lo aveva talmente aizzato contro di me che finì che lo presi a botte … era tramortito sembrava morto ma lei … -
Figliadilei - … lei cosa ? Lo ha ucciso lei ? -
Lui - No …. era me che voleva morto … quando mi decisi a buttarlo giù da un burrone dentro una macchina cosparsa di benzina dentro e fuori ero convinto di aver fatto la scelta giusta di aver dimostrato di meritarmelo il suo amore … però quell’illusione durò poco durò solo fino a che finsi di essermi convinto a corrompere qualcuno per falsificare l’atto di nascita di tuo fratello … -
Figliadilei - … non ti voglio più sentire, non voglio mai più vederti … mia madre non è così, non poteva essere così … tu dici di essere mio padre ma se lo sei davvero perché me lo dici soltanto adesso perché vuoi uccidere me ? -
Lui - (mettendole una mano sulla spalla, dopo un’altra pausa) Perché hanno una relazione … -
Figliadilei - (isterico, divincolandosi) … non mi toccare … -
Lui - (esasperato) … ma io non ti voglio toccare, lo vuoi capire o no ? E’ per questo che non voglio che si aggiusti, è perché scopriresti il vero volto di tua madre, un volto perverso, cinico, così cinico da spingerti a fare quel che voleva che tu facessi con me … proprio come fece con me, quando allora mi spinse a buttare quell’uomo ancora vivo in fondo al burrone … -
Figliadilei - … non è vero, tu sei un bastardo … io credevo che tu la amassi, credevo che fossimo una famiglia … tutto questo non può essere vero … -
Lui - … se tutto questo non fosse vero perché te lo avrei detto ? -
Figliadilei - Perché è me che vuoi, perché vorresti togliermi l’unica persona che ho davvero perché sai che è pura perché sai che siamo puri perché sai che possiamo durare … -
Lui - (estraendo da sotto il cuscino un grosso coltello da cucina) … e se invece fosse proprio tutto vero chi o che cosa pensi che vorrei toglierti per gli stessi motivi ? (poi, deduttivo, dopo la rabbiosa reazione di Figliadilei, che gli sottrae il coltello di mano facendolo però subito cadere e scoppiando a piangere l’attimo dopo) A questo ci credi però eh … allora dimmelo tu com’è ora la voglia di uccidere qualcuno … fammelo vedere come ci si sente … (raccogliendo poi il coltello, porgendoglielo dalla parte del manico, impugnando la lama) … ricordamelo. -




Atto terzo scena ultima

tavolocontritatutto

Sul palcoscenico piovono pomodori lanciati da Lei, che è appena entrata da i corridoi della platea sottraendoli a qualche spettatore seduto in prima fila. Dissolvenza. Buio. Pausa relativamente prolungata, durante cui gli operatori di scena (con una mini torcia elettrica posizionata sulla fronte, legata con un elastico alla nuca) invitano gli spettatori delle prime due file della platea a mettere i pomodori nei tre cesti di vimini. Al ritorno delle luci lo scenario si presenta con tutte e tre le quinte completamente aperte : dietro la quinta di fondo si vede l’abbracciante, mentre dietro le quinte laterali si vedono tutte le cose (composizioni di cartapesta, piatti, bicchieri, etc.) usate in scena. Il tavolo è nel mezzo. Sopra il tavolo c’è il tritacarne di metallo e attorno al tavolo ci sono tutti i personaggi, tranne Laex, Primamicadilei e Secondamicadilei. I tre cesti di vimini colmi di pomodori sono sul proscenio.

Madredilei - (soddisfatto, indicando i pomodori nei cesti) … non siamo riuscite a raccogliere più di quanto potete vedere con i vostri occhi. -
Padredilui - (canzonatorio) Tutto lì ? Deve essere proprio un anno di magra questo. -

Lui si alza dal tavolo per andare a prendere un pomodoro.

Lui - (rimettendosi a sedere) Questi poi sono talmente acerbi che non varrebbe la pena passarli. -
Lei - (togliendoglielo di mano) Chi può dirlo ? Se sono buoni si possono passare lo stesso … (soddisfatto, dopo averlo mangiato sputando il succo dentro il tritacarne di metallo) si, non c’è male … -
Padredilui - (euforico) … sono pochi, ma sono buoni ! Passiamoli ! Passiamoli subito … forza … datemi una mano a spostare il tavolo … -

Mentre tutti si stanno dando da fare con entusiasmo, da i corridoi della platea entra Laex con in mano una macchina fotografica.

Laex - (salendo sul palcoscenico) … aspettate … stringetevi un po’ che così non ci riesco a prendervi tutti … scusate l’intrusione ma c’era qualcosa che non potevo proprio fare a meno di dirvi, sapete … alla fine abbiamo deciso e … (euforico) ci sposiamo ! Prima però lui voleva che gli portassi un ricordino, si … il ricordino di una famiglia felice … lo vuole a tutti i costi questo ricordino, sapete ? Lo vuole a tutti i costi perché vorrebbe sapere come si fa a diventare una famiglia felice pur sapendo che il Tritatutto resterà invenduto. -
Figliodilui - (canzonatorio) Sei arrivata tardi …. mammà … -
Figliadilei - (entusiasta, prendendo alcuni pomodori dai cesti e mettendoli nel tritacarne di metallo) … ora funziona … funziona … -

Sempre da i corridoi sopraggiungono Primamicadilei e Secondamicadilei.

Secondamicadilei - (dalla platea, agli Attori in scena) Allora, chi ha vinto ? -
Primamicadilei - (dopo un attimo di esitazione da parte di tutti) Avevo ragione io … non era una scommessa da fare. -


Sipario