La pista bianca
12 Dicembre 2019
AIAI
2 Gennaio 2020
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UE ue

  L’OSSERVATORE SPIATO”

  RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

                                                      

  UE ue

 

E’ da considerarsi una notizia il fatto di dichiarare in pubblico che le banalità sono tossiche e che dunque non fanno altro che inquinare il caos permanente della disinformazione, oppure, per poter beneficiare di un’informazione corretta sarebbe necessario ripeterle fino alla nausea per non trovarsi un bel giorno a dimenticare addirittura perché hanno continuato ad essere ritenute tali? Il recente trionfo dei Tories di Boris Johnson – garante nonché artefice della Brexit, il quale non è escluso possa essere ancora una volta emulato da i suoi omologhi europei alle prossime tornate elettorali causando prima o poi un inevitabile effetto domino – sarebbe avvenuto lo stesso qualora i vertici dell’UE avessero lavorato per istituire un unione politica prima di quella monetaria, indipendentemente dalle manovre poi stabilite tramite il MES, e se si, a che pro sarebbe uscita l’Inghilterra? In quale ottica voterebbero gli indipendentisti scozzesi, ora come ora apertamente europeisti, nel caso dovessero in futuro trovarsi nella condizione di essere i garanti o anche solo di avallare le manovre di un nuovo Meccanismo Europeo di Stabilità? Il sentirsi europeo non vuol dire credere in istituzioni che sono nate deliberatamente per soggiogare il debito pubblico di Paesi membri dell’Unione che hanno un PIL inferiore a quello di Paesi ugualmente membri che hanno un PIL superiore, significa invece immaginare e pensare un futuro in cui si possano smantellare simili istituzioni, consapevoli del fatto che tornando al vecchio sistema monetario comporterebbe si il dimezzamento dell’attuale potere d’acquisto entrando di fatto in un periodo di austerità che potrebbe anche diventare molto lungo e che guarda caso fu paradossalmente “diagnosticato” proprio dagli europeisti più convinti paventando lacrime e sangue – che poi è lo stesso slogan demagogico usato dal nostro Selfie Made Man – ma che sarebbe finalizzato a rinegoziare il libero scambio delle merci tra i Paesi membri (e non) riducendo l’offerta politica, tramite un solo referendum obbligatorio, a due sole grandi coalizioni, evitando così sia la frammentazione che per certi versi l’astensionismo. E’ evidente che si tratta di una riflessione utopistica, anzi, diciamolo pure, irrealizzabile, visti i tempi necessari che ci vorrebbero per esortare gli elettori a fidarsi di sole due forze democratiche, ma chi potrebbe dichiararsi così profetico da prevedere che cosa sarà l’UE tra vent’anni? Pur ipotizzando uno scenario così “estremo”, ovvero, pur immaginando che dopo l’esito di questo impossibile referendum nascessero questi due unici grandi partiti e che con le migliori intenzioni si creassero anche i presupposti per generare un sistema monetario nuovo, stabile, magari anche in grado di cancellare in un colpo solo ogni sorta di cripto valuta che sta imperversando sul mercato finanziario infestando come i peggiori spyware le risorse economiche degli stessi Paesi che le hanno escogitate regolarizzando il libero scambio con un euro forte, capace di contenere e semplificare le clausole di salvaguardia (per i Paesi più a rischio) di un nuovo MES, come si estingueranno i debiti pubblici dei rispettivi Paesi membri? Verso quale altra strumentalizzazione saranno costretti ad orientarsi questi improbabili futuri governanti “post ideologici”? Perché il salvare vite umane che fuggono da guerre indicibili e il manifestare contro i devastanti cambiamenti climatici sono ancora considerati dei cavalli di battaglia della sinistra, mentre il favorire la crescita e lo sviluppo economico di un Paese investendo in grandi opere e sulla digitalizzazione continuano ad essere considerati dei cavalli di battaglia della destra, se ad ogni confronto mediatico gli esponenti dell’una e dell’altra fazione sottolineano e rivendicano il fatto che le ideologie sono ormai scomparse? Sono queste le domande che dovrebbe porsi chi ricopre un ruolo di alta responsabilità politica, oppure dovrebbe essere l’informazione a porre domande più pertinenti a chi quei ruoli li ricopre, evitando vane e retoriche discussioni mirate esclusivamente a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica e costringendola a pensare che sia il sangue che le lacrime continueranno a scorrere?