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Umano, troppo umano

“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Umano, troppo umano

Sarebbe auspicabile un eventuale cambio di rotta regressivo per cercare di contrastare l’imperante dominio tecnocapitalista in un anno in cui veranno chiamati alle urne la maggior parte degli elettori del mondo occidentale conosciuto? A chi gioverebbe un improbabile e improvviso arresto delle politiche di espansione, sia in termini di conquista dei territori che in quelli di completa omologazione all’uso di IA? Considerato che chi ha voluto orientare la società verso l’attuale vissuto mettendo in atto una pianificazione a dir poco ineluttabile – una sorta di unicum distopico, ma al contempo anche un deja vu dello stesso genere, rivisitato ovviamente, e comunque affinato, cesellato chirurgicamente al solo scopo di poter assicurarsi la maggior obbedienza possibile senza essere paradossalmente proprio visto, dai più – che senso ha parlare ancora di rivoluzione, di utopie e di tutti quei sani valori e principi che eleverebbero il mediocre dal torpore in cui è irrimediabilmente sprofondato? La redistribuzione dei poteri (uniti) – che con ogni probabilità metabolizzeranno il proprio e altrui riconoscimento sovrano soltanto quando il cessate il fuoco imposto a gran voce dall’intera comunità internazionale in merito ai due maggiori conflitti tutt’ora in corso diventerà ufficiale – è la sola cosa che conta. Del resto ha sempre contato e continuerà a farlo, visto anche che negli ambiziosi programmi di tale pianificazione è previsto un diktat tanto inquietante quanto inimmaginabile come l’assuefazione al transumanesimo. Quali sono o quali dovrebbero essere i limiti imposti per esempio dall’attuale bioetica per evitare che magari un giorno nemmeno ci si possa più ricordare dell’accanimento terapeutico o della procreazione assistita semplicemente perché dei futuri adepti transumanisti troveranno il modo per esortare l’opinione pubblica a credere che già allora – vale a dire oggi – erano considerati dei temi anacronistici? Nel post umano o transumanesimo chi ritiene che l’uomo debba per forza essere sostituito da una specie di super uomo ibrido perfettamente in grado di gestire e di orientare in qualche modo la società, è visto come parte integrante della società stessa, una società che di per sè è intollerante nei confronti di chi è diverso da quel modo di concepire il reale e, dunque, non potrebbe far altro che diventare una società limitata (per paradosso) esclusivamente a quel genere di conoscenza. Vero è che il considerevole sviluppo riscontrato nell’uso delle IA ha di fatto riportato degli innegabili benefici alla società, specie in medicina, ma è altrettanto vero che l’abuso ha generato dei notevoli rischi di carattere etico, e non solo. Secondo quanto auspicato dai sostenitori convinti dell’assoluta fattibilità di migliorare la qualità della vita delle persone facendo interagire uomo e macchina in simbiosi, ovvero che : «l’antropocentrismo è ancora da considerarsi utile a un modello rinascimentale dell’umano e del suo valore in relazione con le macchine» perché mai dovrebbero sentirsi in dovere di tacciare i giornalisti – o qualunque altro autore o creatore di contenuti senza l’ausilio di IA, beninteso, si pensi soltanto alla recente class action mossa da due giornalisti americani i quali hanno fatto causa a Open AI per la violazione dei loro diritti) – di essere i maggiori responsabili delle incomprensioni che sono inevitabilmente sorte e sorgeranno nell’opinione pubblica a proposito di questa fattibilità? Mentre invece, di contro, non fanno altro che esaltare gli enormi progressi che sono stati fatti in medicina in merito allo stesso uso? Arrivati a questo punto non sarebbe meglio far notare all’opinione pubblica che siamo già entrati nell’era del post umano e che quei rischi di carattere etico potrebbero facilmente concretizzarsi in una pericolosa deriva transumanista? Perché allora non porre al centro dell’utilità sociale esclusivamente le macchine stesse, perché, in estrema sintesi, non dire le cose come stanno? Oppure davvero credete che nell’era dello Iacentrico questa “nuova umana dottrina” debba diventare l’ennesima assurda normalità accettata da qualunque mediocre “indipendente”prediposto alla sudditanza?