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Atto quinto

“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Atto quinto

Nell’universo “diplomatico” dei conflitti di belligeranza che purtroppo si stanno ormai consumando in qualsiasi momento, storico e non, ovunque, dove il parlare di terza guerra mondiale sarebbe quanto meno riduttivo, non poteva certo mancare la miccia scatenante pronta a far esplodere quella che è di fatto diventata la quinta devastante guerra combattuta tra ebrei e arabi (quinta per importanza di stragi di vittime innocenti, senza tener conto di tutte le altre). Così, a cinquant’anni esatti dalla guerra dello Yom Kippur – in cui, da una parte gli egiziani e dall’altra i siriani attaccarono lo Stato di Israele per cercare di riprendersi quei territori perduti durante la guerra dei 6 giorni del 1967 proprio contro Israele – due organizzazioni paramilitari palestinesi e fondamentaliste come Hamas e Hezbollah si consultano preventivamente e Hamas sferra un cruento attacco contro Israele scatenando l’immediata e inevitabile reazione. Nonostante gli anni siano passati e continueranno a passare all’insegna delle morti violente delle persone e della devastazione dei territori, la domanda resta sempre la stessa : chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti? Quali territori ha conquistato Israele con la guerra lampo preventiva iniziata e terminata in soli 6 giorni, e quali e quante risorse e scambi commerciali ha ottenuto facendo sempre ricadere le responsabilità della barbarie su uno Stato che nemmeno era ancora stato riconosciuto dall’ONU (in termini di sovranità indipendente) come la Palestina? Quali e quante armi saranno in grado di fornire, ora, l’alleanza atlantica e magari perfino lo stesso Stato sovrano d’Ucraina, a Israele, per poter meglio difendersi dagli attacchi dei fondamentalisti del Terrore? Da dove proviene il Terrore? Chi lo esercita? Gli aggressori o gli aggrediti? Secondo le prime indiscrezioni ufficiali – ovviamente diramate dall’informazione “certificata”, con tanto di fact checking – dietro gli attacchi sferrati da Hamas ci sarebbe l’Iran. Vero è che – quanto a libertà d’espressione, misure di detenzione preventiva per soggetti considerati eversivi e, in buona sostanza, quanto al rispettare l’altrui visione del mondo – non si può dire che lo Stato iraniano sia all’avanguardia, però, lo strumentalizzare una guerra come quella che si combatte tra ebrei e arabi da almeno più di 70 anni (che guarda caso è lo stesso periodo di non belligeranza che dura in Occidente) al solo fine ultimo di illudere le masse che il pensiero unico certificato nonché comprovato dal think tank atlantico è l’unico in grado di decretare chi sono gli aggrediti e chi gli aggressori, non è soltanto vero, oltre che vile – nella sua tragicità – ma è oltretutto un insulto perpetrato senza coscienza nè vergogna nei confronti del popolo palestinese. Si pensi al numero delle vittime innocenti che sono state ammazzate senza pietà : il divario tra ebrei e palestinesi è a dir poco incolmabile. Ma ciò che fa più male nel vedere e nel sentire quel che sta accadendo in queste drammatiche ore in Terra Santa è lo sdegno ipocrita e ipovedente di tutti quegli individui che, sebbene sia ormai evidente quale sia lo scopo dell’Ordine di Governo mondiale – coadiuvato dal pronto intervento delle varie amministrazioni governative satelliti – continuano a credere che gli aggressori siano i cattivi e che i buoni siano gli aggrediti.