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4 Settembre 2023
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29 Settembre 2023
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I N D

“LOSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Intelligenza Naturale Degenerativa

Da diversi anni ormai – tra il novero degli assidui avventori dei cosiddetti programmi di approfondimento generale meglio noti ai più come talk show – impera quella consapevolezza di nicchia (talvolta perfino ossessiva per qualcuno) sul fatto «inequivocabile» che chi tende a esimersi dal confronto in un dibattito televisivo lo fa o perché teme di essere sopraffatto dalle più argute argomentazioni dimostrate svariate volte nel contraddittorio, oppure perché, pur trincerandosi dietro evidenti responsabilità (negandole sempre e comunque) nemmeno riesce più a nasconderla, la propria natura truffaldina. Il che, sia detto per inciso, vale per una stregua minoranza di interessati, considerata la vasta platea di ospiti che beneficiano delle comparsate affollando questo piuttosto che quel programma di approfondimento generale. Eppure – malgrado tale consapevolezza sia stata a poco a poco assorbita per poi essere amplificata a dismisura con l’avvento dei social media – ogni volta che all’ossessionato di turno si presenta l’occasione di schernire l’assente ingiustificato, scatta la polemica su una polemica che nemmeno avrebbe dovuto essere definita bagatella, tanto per fare chiarezza sull’argomento. Perchè allora prendersela con questi assenti, sapendo al contempo che il confronto con i Presenti – invece sempre disponibili, in quanto coperti continuamente da informazioni che consentono loro non soltanto di negare spudoratamente le responsabilità che vengono loro attribuite per aver commesso dei reati accertati, ma anche di sbeffeggiare gli ossessionati in questione – porta quasi mai a dei risultati concreti, in termini di lotta alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose negli organi di Stato? Perché, per esempio, non aver grandefratellizzato l’operato di chi – all’epoca dell’omicidio dell’avv. Giorgio Ambrosoli, alla domanda posta da un giornalista che gli stava chiedendo che cosa pensava dell’opera integerrima (svolta da Ambrosoli) inerente il recupero dei crediti sottratti alla collettività da parte di un certo Michele Sindona – si permise di rispondere che «era uno che se le andava a cercare»? Perché non grandefratellizzare ora ciò che andrebbe davvero grandefratellizzato? Ma a cosa servirebbe usare la retorica per rispondere a domande del genere, se le ulteriori domande che eventualmente scaturirebbero o che verrebbero orientate per seguire un percorso altrettanto logico e analitico, fossero, così come di fatto sono, già note a tutti? Forse ad acuire o esacerbare gli animi di chi sopporta a malapena il gravoso peso sociale dell’essere costretto a mantenere una classe dirigente che ha fallito su tutti i fronti, o forse per ricordare per l’ennesima volta che soltanto con l’evocazione di certe banalità è ancora possibile tutelarsi dall’inesorabile peggioramento politico e di conseguenza economico che stanno tentando con ogni mezzo a loro disposizione di imporre – per poter meglio “governare” – sta di fatto che una (sempre) buona parte degli esponenti dell’Informazione di Stato sta giocando un ruolo determinante nel depauperamento collettivo, per due buone ragioni : la prima, è che continua a fomentare in modo esponenziale il divario (già comunque abissale) esistente tra cittadini comuni e Istituzioni, e la seconda è perché, non avendo ancora fatto ammissione delle proprie responsabilità per aver contribuito a far degenerare il dibattito pubblico, hanno perso definitivamente quell’allure che forse un tempo li contraddistingueva dall’essere credibili rispetto a quell’accozzaglia di urlatori da strapazzo che ancora oggi, per assurdo, riescono a generare impensabili adunanze catodiche.