#teatroacasa
23 Marzo 2020
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26 Marzo 2020
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#ioguardoblob

“L’OSSERVATORE SPIATO”

RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

#ioguardoblob

La strumentalizzazione comunicativa, ancor prima che politica, che forse più di ogni altra ha coinvolto l’opinione pubblica in questi ultimi due anni è quella che è stata fatta e che ancora viene fatta a proposito dell’arcinoto scandalo relativo alle indagini svolte dalla Procura di Reggio Emilia nei confronti dell’allora primo cittadino del comune di Bibbiano, indagato per concorso in abuso d’ufficio per non aver effettuato una procedura pubblica per l’affidamento di un servizio di psicoterapia che nella fattispecie superava i 40mila euro e che di conseguenza, a causa di questa omissione, il centro studi interessato ne ha sostanzialmente tratto un ingiusto profitto economico. Strumentalizzazione comunicativa perchè, secondo tale Procura, al sindaco venne contestato il fatto di aver violato le norme sull’affidamento dei locali dove si svolgevano le sedute terapeutiche, ma non il fatto di essere coinvolto in crimini contro minori. Elencare le motivazioni politiche della strumentalizzazione è invece inutile, forse proprio perchè mancano gli strumenti primari per spiegare perchè quella Procura ha ritenuto opportuno dire che quel sindaco non dovesse essere considerato complice di quei reati. Indipendentemente dal ruolo svolto dalla Procura di Reggio Emilia, come per altro da quello svolto da qualsiasi ente pubblico, lo studio che viene fatto per accertare la veridicità di un’indagine o la veridicità di una ricerca scientifica si è sempre basato su prove concrete, che dovrebbero inconfutabilmente dimostrare quanto meno di evitare le relative interpretazioni. Nel caso della teoria di complotto circa una possibile azione ordinata dall’establishment ai militari statunitensi per diffondere il corona virus creato in laboratorio e rilasciato deliberatamente in quel di Wuhan nell’ottobre dello scorso anno (per poi immetterlo anche da noi all’inizio di quest’anno) gli studi che sono stati effettuati da più università in varie parti del mondo e divulgate con perentorio tempismo da quasi tutte le fonti d’informazione del mainstream internazionale, dimostrano che si tratta dell’ennesima fake, di aria fritta, e che in buona sostanza la nascita di questo nuovo e pericoloso virus non è altro che la conseguenza naturale dell’evoluzione delle pratiche umane svolte in settori dove il contatto con determinati animali (nella fattispecie il pipistrello) ne ha favorito la diffusione e – considerato come si è formata l’opinione pubblica in questi ultimi trent’anni – è piuttosto semplice etichettare come falsa questa teoria o ipotesi di complotto. Ma a chi spetta tracciare un percorso di condivisione in grado di far sentire il proprio fiato sul collo alle tv di Stato, se non a chi ritiene, per esempio, che la giornalista – che qualche giorno fa ha dichiarato pubblicamente attraverso una trasmissione mandata in onda in prima serata e seguita da milioni di telespettatori che la possibile causa dell’elevato numero di decessi da Covid-19 registrato in Lombardia potrebbe essere stata un eccessivo tasso di laboriosità insito nelle popolazioni settentrionali – avrebbe fatto tale dichiarazione esclusivamente perchè si è basata su uno studio scientifico assiomatico? Stiamo forse diventando tutti delle vittime da cospirazione assistita? La tanto inutile quanto reiterata divulgazione verbale di idiozie che minuto per minuto (anche se usare un’espressione simile in momenti come questi, dove l’assenza di una telecronaca continua di calcio più parlato che giocato potrebbe causare addirittura altre vittime prive di patologie pregresse) vengono ormai esternate senza alcun ritegno, più che altro per una semplice questione di esibizionismo, si dovrebbero forse iniziare a catalogare, selezionare e suddividere in epoche – prendendo proprio questo Marzo 2020 come anno zero di riferimento – al fine di poter cibarsi incondizionatamente del messaggio religioso contenuto in questo eventuale nonché monumentale volume composto per inculcarne la dottrina? Se nel “Deuteronomio” Mosè esorta il popolo ebraico a disperdere il seme oltre la montagna dell’Oreb, non si capisce perchè poniamo in un supposto “Res Ratio” il venerabile Sua Emittenza da Arcore non potrebbe ancora essere capace di ordinare ai suoi innumerevoli fedeli di sintonizzarsi su un altro canale. Comunque, al di là di una certa satira trita e ritrita oltre che mai abbastanza incisiva – complici anche gli stessi autori, i quali, limitandosi all’imitazione, durante il secondo ventennio/trentennio di dittatura soft infarcita di trasmissioni video inquinanti hanno favorito il propagarsi di quella sorta di pluralismo dozzinale mettendo tutto sul ridere – visto che le amministrazioni governative che si sono susseguite dalla Prima Repubblica in poi non sono state capaci di fare nemmeno un DPCM che potesse garantire una censura a tutela di questo genere di palinsesti (basata su criteri di giudizio più rigidi, insindacabili) urge non soltanto segnalarlo e condividerlo, ma proporre degli emendamenti seri, che non si limitino tanto a stabilire quali dovrebbero essere i criteri di giudizio per censurare o meno una trasmissione televisiva, quanto a imporre delle norme che regolino le motivazioni della censura stessa. Attenersi alle ordinanze e ai decreti emanati in questi giorni dall’esecutivo è sinonimo di responsabilità, se però l’unico modo per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19 è restare a casa, perchè – quando un giorno anche tutto questo dovrà pur finire – l’unico modo per contrastare la diffusione ininterrotta del nulla mediatico non dovrebbe essere quello di epurare il “Grande Fratello” entro la fine di questa legislatura?