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Memento storico

          “L’OSSERVATORE SPIATO”

        RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

                                           

Memento storico

 

Secondo l’Ordine degli avvocati di Torino – che di recente hanno chiesto l’intervento della Procura generale al CSM – il giudice Pier Camillo Davigo andrebbe punito per le sue idee ritenute troppo giustizialiste in merito alla prescrizione (“manifestando un evidente disprezzo per il ruolo che ricopre l’intera Magistratura”). Il pericoloso indiziato, reo di essersi avvalso della facoltà di rispondere a tono e con invidiabile competenza in materia giuridica in ogni dibattito o confronto mediatico seguito con un certo interesse e colpevole di aver manifestato il proprio pensiero a riguardo della prescrizione sin dai tempi di “Mani Pulite”, in cui i responsabili di Tangentopoli sarebbero comunque riusciti a cavarsela nonostante fosse passata all’unanimità perfino l’attuale legge proprio perché – paradossalmente – sia allora che oggi le sentenze che contano hanno continuato e purtroppo continuano ad avere la stessa valenza del due di picche, userebbe un linguaggio incomprensibile per la maggior parte dell’opinione pubblica, di conseguenza screditerebbe l’operato dei legali di corrotti e corruttori, i quali, a conti fatti, non avrebbero poi così bisogno che passi questa legge visto e considerato che i reati da loro commessi e giudicati con sentenze di colpevolezza inoppugnabili si trasformano quasi sempre in garanzie d’impunità (e posto che per corrotti e corruttori s’intendano pure e soprattutto i giudici). A che cosa serve ricordare che è una menzogna colossale dire che senza la prescrizione i processi diventerebbero interminabili, se è proprio chi presiede l’aula di tribunale che sostiene che la stessa, essendo una misura restrittiva che limita l’iter giudiziario, allungherebbe di fatto i processi? Se Tizio commissiona a Caio l’omicidio di Sempronio perché Sempronio sa troppe cose sul suo conto, cose che potrebbero compromettere il ruolo di Tizio, quanto tempo dovrebbe far passare o non far passare il giudice (poniamo Ermete) per decidere se – una volta accertata la verità dei fatti – il   reato dovesse essere punito lo stesso nei confronti del mandante (Tizio) così come dell’esecutore materiale (Caio) se lo avessero commesso anche 40 anni prima? In questo Paese, è risaputo, grazie alla prescrizione, gli interessi miliardari stipulati tra i vertici della criminalità organizzata e quelli delle istituzioni si sono drasticamente ridotti, per cui non si riesce davvero a capire come ci possa ancora essere qualcuno pronto a ribadire che dovrebbe essere abolita, oltretutto poi, se a dirlo è addirittura uno come Davigo, risulta piuttosto comprensibile oltre che giustificato lo sfogo dell’Ordine degli avvocati di Torino nei confronti di un giudice che si è permesso di rilasciare un’intervista al “Fatto Quotidiano”- in cui lo sostiene. Come è possibile starsene zitti di fronte a episodi di questo genere? Sarebbe un po’ come parafrasare una scena emblematica della commedia di Eduardo De Filippo : a forza di non dire niente perché in fondo sono cose da niente quelle che ci riguardano (perché non ci toccano direttamente, in buona sostanza) siamo diventati cose da niente. In questo Paese l’omertà è implicita all’art.101 della Costituzione : chi tace acconsente e da voce a chi fa le veci di chi comanda e orienta le istituzioni. Per dirla con un certo spirito“gattopardesco” qui da noi c’è come una sorta di conflitto d’interesse periodico trasversale che penalizza le caste in favore di qualche sparuto gruppetto di disadattati, verrebbe da dire, altrimenti come si spiegherebbe che un’orda di faccendieri impuniti continui a solcare il suolo pubblico (al di fuori delle mura delle carceri di massima sicurezza, sia detto per inciso) irridendo chi nel bene e nel male ha pure avuto il coraggio di eleggerli in nome di una sedicente rappresentanza? La riforma della legge sulla prescrizione voluta dall’attuale Ministro della Giustizia Bonafede – che avrebbe dovuto entrare in vigore a partire dal primo Gennaio di quest’anno, ma che di fatto resta ovviamente immutata a causa (guarda caso) sia dell’opposizione che della maggioranza dell’esecutivo, che invece di cercare di tutelare sul serio gli interessi del Paese evitando frodi infinite ai danni della collettività perpetrate da i soliti noti (quelli di vecchio stampo e passati a miglior vita beatificati dalle TV di Stato, mentre quelli di nuovo conio soltanto osannati per nostra fortuna) consente addirittura che gli avvocati penalisti annuncino di astenersi dalle udienze in segno di protesta contro un tentativo (in questo caso pregiudiziale) d’insubordinazione eversiva come quello che qualche altro pericoloso indiziato come il giudice Davigo vorrebbe realizzare, ovvero abolire la prescrizione – verrà ridiscussa in Parlamento il prossimo 27 Gennaio e magari, considerata la posta il palio, tra i banchi dell’Aula di Montecitorio a qualche assennato filantropo potrebbe perfino venire in mente di strumentalizzare quella giornata per ricordare che l’Italia non diventerà mai più una Repubblica guidata da un regime totalitario.