Questa sera scena muta
18 Maggio 2016
Introduzione alle opere teatrali
4 Maggio 2016

Orfeo


Tragedia in un atto

di Sormani
 
Il dono più grande che il
Divino fa all’umano è la luce,
la visione più bella che l’umano
da al Divino il perdono.


Un anonimo

Premessa

L ’immagine pregnante dell’amore tra un uomo e una donna che, nell’anelare l’eterno sono entrambi disposti a sacrificarsi in un’unione mortale sapendo di non poter realizzare mai il sogno di vedere che la terra dove hanno vissuto sia un giorno solcata da un legittimo erede è ossessionante, specie nella misura in cui il luogo dove hanno vissuto ha generato uno degli amori mitologici più rappresentati nella storia delle arti figurative. Così è maturata l’idea di chiamare in causa il demoniaco attraverso le sorti di un poeta dell’antica Tracia. E per realizzare questa idea, il cui unico scopo è quello di poter restituire al divino ciò che dall’umano è considerato demoniaco, mi sono affidato al tempo, il solo elemento conciliabile, forse, con le tre condizioni.

Personaggi

Orfeo | L’Epilogo
Euridice | Le Baccanti
Proteo | Le Driadi
Persefone | Er Monno
Aristeo | Fata Morgana
Il Prologo | Voci

Costumi

A dattare i costumi di una tragedia come quella di Orfeo in un’era dove l’immagine tende a deformare e a riformare l’aspetto puramente corporeo dei contemporanei significa assumersi la responsabilità di identificare un fenomeno sociale che non sempre viene riconosciuto. Orfeo indossa una tunica d’epoca greco romana. Euridice appare come un’ancella. Proteo e Persefone(un allampanato di mezza età e una bambina di sette anni, entrambi scalzi) : il primo a torso nudo, con indosso soltanto una pelliccia e un paio di pantaloni molto attillati, la seconda in abiti collegiali fine anni sessanta (del secolo scorso). Aristeo, giovane e forte, anch’egli scalzo, è vestito come un pastore di un presepio vivente, con indosso una maschera a forma di testa di toro. Il Prologo è un rispettabile anziano, dai modi effeminati, che veste un impeccabile smoking e ama scherzare. L’Epilogo è un ragazzo bellissimo e imperturbabile, un modello che veste solo l’intimo. Le Baccanti sono anche Le Driadi, ovvero delle splendide ragazze in reggiseno e mutandine, con i tacchi a spillo, che all’occorrenza (quando devono fare Le Driadi) si travestono da suore. Er Monno è un attore contemporaneo di successo, travestito da pirata del diciassettesimo secolo, che si esprime in romanesco, e Fata Morgana è una collega di Er Monno, rispetto al quale è più giovane, ma meno famosa, travestita per l'occasione da Fata Morgana, con un lungo cappello in testa.

Scenario a sipario aperto


Essenziale, con le due uscite sulle rispettive quinte laterali. A teatro. Er Monno giace prono sul palcoscenico : russa profondamente. Entra Il Prologo. Si avvicina osservandolo con disprezzo, girandogli intorno, una sola volta, per fermarsi a un passo da lui, in attesa. Poi, commiserandolo ancora con una mimica eloquente, proprio mentre sta per prendere parola sul proscenio, Er Monno si sveglia.

Er Monno - (basito) Ma chi sei ? Che ce fai dentro a er monno mio ? -
Il Prologo - Il tuo mondo è come quello di tutti gli altri, birichinoooo. Non pensare di fare il furbo con me. La tua sposa Morgana scalpita, lo sai … non vede l’ora di dirtelo ! Dai, su … ora non mi resterai mica lì così … con quella faccia da bucaniere della Tiburtina costretto da una paresi vita natural duranteeeeeee … andiamo, possibile che non mi riconosci ? Sono io, Il Prologo … -
Er Monno - … chi, er provolo ? (poi, ridendo a crepapelle) Er provolo … se vede proprio che la sbornja de ‘stanotte m’ha fatto sognà er cacio parlante… -
Il Prologo - (infastidito, accentuando il tono su “non è”) … ecco … appunto … questo non è un posto per ubriaconi come te, possibile che alla tua età ti piaccia ancora alzare il gomito ? Su, poche storie … ora fatti da parte che devo parlare io … -
Er Monno - (sprezzante, dopo una pausa) … ma tu, ce sei o ce fai ? -
Il Prologo - (esasperato) Non cercare di farmi perdere la pazienza ! Come te lo devo dire ? Tu non puoi stare qui ora. Quando verrà il tuo turno entrerai in scena, e ricordati che di questo tuo entrare in scena mica dovrai renderne conto a quei burini miserabili che sono soliti fare film soltanto con te e con i beceri fuchi del tuo stampo, dovrai renderne conto a qualcun altrooooo. L’hai capito tontolone ? -
Er Monno - (indifferente) Fuchi ? Che so‘ sti fuchi ? -
Il Prologo - Il fuco è il maschio dell’ape zoticone … (mentre Er monno lo solleva di peso e se lo porta via) … ma cosa fai ? Mollami … mettimi giù … mettimi giù … mettimi giù (fuori campo) mettimi giù … -
Er Monno - (sprezzante, rientrando dopo il tonfo) … ce mancava Er Prologo, ce mancava. -

Dissolvenza. Buio. Pausa.

Voce di Fata Morgana - (enfatico) … amò … guardame ‘npò … come me sta ? -
Voce di Er Monno - (estatico) Da favola … tu non sei la mejo de er mejo … tu stai sempre ‘ngradino al di sopra delle artre … tu sei n’angelo Morgana mia … e ‘stasera tu sarai la regina, e io il re … viè qua … -

Con il ritorno delle luci in scena l’atteggiamento di intima euforia si manifesta in piena libertà.

Fata Morgana - … amò …se vinciamo pure ‘sto premio ce faranno santi … artro che orsi de Berlino o leoni de Venezia … (poi, in evidente delirio euforico) … amò … amò … te devo dì ‘na cosa bella … (toccandosi il basso ventre) … la più bella delle cose … -
Er Monno - (enfatico) … davero ? E allora ‘namosene a festeggià … già me li vedo i titoli Morgana mia …‘na stirpe nova regnerà ne er novo firmamento de Cinecittà ........ -
Fata Morgana - (apprensivo, dopo il repentino ed evidente cambio di umore di Er Monno, il quale si è improvvisamente rabbuiato) ... amò, ma che c’hai ? Mò perché te la sei presa a male proprio con me? -
Er Monno - (giustificato) E’ che … come te posso dì … è che quello che mò m’hai detto tu me lo ha detto in sogno quel vecchio frocio che deve fà Er Prologo … -
Fata Morgana - (adirato) … ancora cò ‘sto Prologo! Mbè che vor dì, che te l’ha detto Er Prologo ? -
Er Monno - (furioso, estraendo un telecomando dalla tasca,“attivandolo” in direzione della quinta di fondo) Che vor dì ? Mò te lo dico io che vor dì … apri bene le orecchie … -
Voce campionata fuori campo - …la …tragedia….di….Orfeo è….stata rappresentata più…volte nell’ambito artistico sempre con delle versioni apparentemente….diverse tra loro ma…seguendo in ogni caso lo stesso … percorso mitologico dove….Orfeo….risulta essere un…pervertito bisessuale misogino casanova che….nell’assurda speranza di…trovare l’amore eterno in Euridice è…riuscito a….fare un patto con il diavolo che…solamente un mentecatto come lui poteva accettare visto che…. si era finalmente liberato da…quel cappio al collo che lo soggiogava ma …che invece di sapersi godere la vita con…un bel gruppetto assortito di allupate dedite alla… falloforia che…non vedevano l’ombra di un fallo decente da……..almeno mezzo secolo ha…… preferito farsi sbranare da queste allupate per….possiamo dire in qualche modo farsi….glorificare eternamente mentre….invece ora che una versione nuova offre la…… possibilità a Orfeo di…non soltanto unirsi in un amore eterno da tutti riconosciuto come tale ma...concepire addirittura una…. progenie sacra e reale questo………lurido verme di un poeta tracio...che con i suoi canti e con il……..suono della sua cetra riusciva perfino ad ammansire le belve più feroci cosa fa ? Che le dice a Euridice ? Le dice che vuole sfidare la……………….. sua fiducia per potersi dilettare con….un' allupata sola……………. –
Er Monno - (ancora furioso,“disattivando” il telecomando”) ….mò hai capito che vor dì ? -
Fata Morgana - (stesso tono) Ho capito si che vor dì, farabbutto ‘nfame che non sei artro … ho capito che non vali manco ‘nsesterzo, non vali … che te la fai cò la Proserpina … -
Er Monno - (divertito) …ma che stai a dì ? Te pare er caso che se te volessi mette corna lo farei proprio cò la Proserpina solo perché m’ha dato‘sta registrazione che ha scovato n’er copione d’er regista ? -
Fata Morgana - Se me lo dici così vor dì che l’hai già fatto … che quella bestia de la Proserpina s’è già messa tra noi due ! -
Er Monno - Primo non è ‘na bestia, e secondo mica è colpa sua se ‘sto regista ha detto che deve fà ‘na Baccante. –
Fata Morgana - (rassicurante, dopo una pausa ) Amò … ma io non amo che te. Non vedi che te sto a provocà ? Non lo vedi anche tu che cò‘sta storia de Er Prologo che t’appare in sogno non pensi ad artro che a fà ‘sto Orfeo ? Che te stai a rovinà per un regista che manco meriterebbe d’esse guardato‘nfaccia ? ‘Na vorta eri sempre alegro, sempre disponibbile, pure per firmà autografi … la gente non vedeva l’ora de mettese a vede n’artro tuo film … (poi, accorato) …mò invece te frega solo più de Orfeo … non pensi che a fà lui, e fai stare male pure me. –
Er Monno - (tragico) Ma io sto male più de te … la vuoi capì ‘sta cosa si o no ? Che me frega de er successo d’un momento se posso mette er nome mio alla pari de quello dei giganti de er teatro ? (poi, estasiato) Er teatro è n’artra cosa … me fa move tutto dentro … è‘na vita nova,'na vita che mai finisce e mai ti stanca … e ‘sto Prologo che s’e ‘nventato ‘sto regista è gajardo. Anche se a lui non glielo dirò mai, sia chiaro. Me mette‘nbocca certe frasi che Orfeo stesso non avrebbe detto mai. -
Fata Morgana - (esasperato) Famme sentì ‘ste frasi va … così è la vorta bona che me ripasso pure la parte mia … -
Er Monno - (ispirato) Euridice, i tuoi petali … mi bastano. –
Fata Morgana - (canzonatorio) Mmmm … che robba sopraffina … e poi, che artro te dice de così poetico e de così romantico‘sto Prologo sentiamo … che dovresti dì, dopo che Orfeo viene sbranato da Le Baccanti … insomma, quanno se revede per l’urtima vorta cò Euridice giù all’Ade ? -
Er Monno - Non se revedono l’urtima vorta giù all’Ade. A tutti pare questo, ma non è così. Tu stessa lo vedrai, e quello che dirò non sono versi, non è poesia, è ‘na preghiera, un ringraziamento, n’ode celestiale che nessuno ha mai sentito. -

Dissolvenza. Buio. Pausa. Con il ritorno delle luci in scena Il Prologo appare di fronte a L’Epilogo in reciproca contemplazione. Dietro di loro in prossimità della quinta di fondo, Le Baccanti, ognuna delle quali tiene in mano una bottiglia di vino.

L’Epilogo - (provocatorio, uscendo subito dopo.) E’ un peccato che abbiano tolto la buca del suggeritore, avresti potuto dirglielo a quel miserabile (sottovoce, ma comprensibile) di calare il sipario. –
Il Prologo - (rivolto al pubblico presente in sala) Ecco, avete sentito ? Lui è L’Epilogo. Fa sempre così : quando non tocca a lui ricorda sempre a qualcuno d’ esserci. Tra l’altro ha un fisico da mozzare il fiato … ma non era meglio se si chiamava Fine, dico io ? Va bè … tanto prima o poi … se almeno non fosse così bellooooooo …….. (poi, senza voltarsi) ... loro invece sono Le Baccanti, e una di queste è la Proserpina. Solo che chi è non ve lo dico mica, altrimenti che gusto c’è ? Eh … (poi, solenne)… signore e signori, a me non resta che dirvi di prepararvi ad assistere alla tragedia di Orfeo. Visti i personaggi mitici che la rappresentano, e visto che vi siete anche scomodati per venirla a vedere, lo scenario è quel che è : ovvero, quel che di più vostro volete immaginare di vedere (si inchina ed esce) ! -

Pausa. In mare. Proteo e Aristeo.

Voce di Proteo - (malinconico) Sapevo che qualcosa doveva accadere a quel povero Orfeo. Le mie foche non mentono. Lo vedo da come si tuffano nelle onde, da come hanno smesso di giocare con me … (tragico, entrando) … quale pena Orfeo, quale pena ! Che brutta fine ti aspetta : perdere per due volte l’amata Euridice ed essere divorato dalle Baccanti ! (poi, intuitivo) Ecco …iniziano a formarsi, le sento … sento le loro voci, continuano a manifestarsi a causa di quelle api assassine ! Ah, se soltanto Apollo me lo avesse detto in tempo che le sue api stavano per morire … morte quelle api morranno anche le Driadi, e mai nessuno potrà più ostacolare l’ascesa delle Baccanti … prospereranno nei secoli a venire …(poi, allarmato)… sento che qualcuno sta per arrivare, è proprio qui (sprezzante, ad Aristeo, che è appena entrato dall’uscita opposta con fare irruento) … chi sei tu ? Come osi venire qui ? (poi, preso per il collo da Aristeo) Perché le tue mani non scivolano via come quelle di un comune mortale ? -
Aristeo - Una dea mi ha dato la forza di giungere qui al tuo cospetto. E ora dimmi cosa devo fare con le mie api, altrimenti … -
Proteo - (placata l’ira di Aristeo) … te lo dirò … a patto che tu mi dica che anche il padre tuo sa che tu sei qui. –
Aristeo - Il padre mio sa ogni cosa e sa come certe cose vanno a finire perché lui è il principio di tutte le cose. –
Proteo - Che mi dici dunque di Crono o di Urano, di Zeus, o di Poseidone, tu che sei pastore di terre … -
Aristeo - (furioso, scaraventando la propria maschera a terra) … perché hai fatto finta di non riconoscermi ? Lo sai che Apollo mio padre potrebbe fare di te ciò che vuole ? -
Proteo - Io conosco il mio destino, le mie foche, perché vuoi sapere da me cosa devi fare con tue le api ? -
Aristeo - (prendendolo ancora per il collo) E’ questo il tuo destino ? -
Proteo - Parlerò … concedimi … -
Aristeo - … nessuna concessione, parla ! -

Pausa carica di tensione.

Proteo - Molto tempo fa Cirene tua madre era una Driade, spesso danzava con loro nei boschi, le piaceva fare quella vita … ne godeva come una fanciulla quando gioca con le bambole … -
Aristeo - … che significa ? Che cosa sono queste bambole ? -
Proteo - Che il suo stato di felicità era tale da pensare di essere già una dea quando ancora era mortale. -
Aristeo - Continua. –
Proteo - Cirene tua madre ruppe l’amicizia con Euridice, la più bella tra le Driadi, a causa di un canto del poeta Orfeo … -
Aristeo - (perentorio) … è impossibile … come avrebbe potuto rompere un’amicizia se si sentiva già una dea ? -
Proteo - Tu che me lo chiedi hai la risposta. –
Aristeo - (ancora furioso) Se si sentiva già una dea perché dunque già allora non mi disse cosa dovevo fare con le api ? -
Proteo - (stesso tono) Perché Cirene ti ha mandato qui per scoprirlo da solo ! (poi, pacato) Che l’animo del grande e immenso Poseidone possa avere pietà di quanto ti dirò … -
Aristeo - … la pietà è un sentimento che appartiene a nessuno tra gli Dei … parla Proteo ! -
Proteo - Le tue api morranno tutte e una nuova stirpe nascerà per volere di Cirene tua madre … -
Aristeo - (angosciato) … no,non è vero … non può essere vero … lei mi ha dato la forza, l’onore di accostarmi ala soglia degli Dei mentre sono ancora in vita … -
Proteo - (perentorio) … felice dell’amicizia perduta di Euridice tentò di rubarle anche Orfeo, il suo cuore, ma Orfeo la rifiutò e sposò Euridice. Apollo tuo padre, non mi chiedere perché, per questo vide in lei una dea e se la portò all’Olimpo. -
Aristeo - (confuso) Ma perchè, perché mio padre avrebbe fatto questo ? Non vedo il nesso. -
Proteo - Tu domani inseguirai Euridice … -
Aristeo - … perché mai dovrei inseguirla ? -
Proteo - Perché Euridice pensa che tu voglia uccidere lei e tutte le Driadi con il veleno delle nuove api, mentre tu tenterai di avvisarla che morrà a causa del morso d’un serpente. –
Aristeo - Calunnie, queste io le chiamo calunnie vegliardo. Perché mai dovrei uccidere le Driadi ? E poi tu stesso lo hai sentenziato : le mie api morranno tutte ! -
Proteo - A causa di Cirene tua madre, che ti dirà come farne nascere delle altre ! Morta Euridice Orfeo si dannerà l’anima per averla persa e inizierà a cantare nel bosco per molto tempo, fino a che la stessa Persefone si commuoverà e offrirà a Orfeo l’occasione di poterla andare a riprendere all’Ade, a patto che non si volti un solo istante per guardarla. –
Aristeo - Orfeo la guarderà ? -
Proteo - Si. La guarderà, la guarderà e la perderà per sempre … e il suo corpo verrà sbranato dalle Baccanti, memori del suo rifiuto a Cirene tua madre. –
Aristeo - (accusativo) Cosa vorresti insinuare, che Cirene mia madre è una Baccante ? -
Proteo - Cosa è Cirene ora non lo so più, so soltanto che ti farà offrire, in sacrificio a Orfeo, dei buoi e delle giovenche che tu stesso percuoterai e che farai marcire insieme a erbe profumate in una stalla vuota, e che dalle narici di quelle putride bestie potrai udire un ronzio familiare che finalmente placherà la tua brama di sapere. –

Pausa

Aristeo (sconcertato) Cosa possiamo fare per impedire che tutto ciò avvenga ? -
Proteo - (entusiasta, sfilandosi la pelliccia e prostrandosi in preghiera) Oh… grazie a te, lode al tuo immenso spirito Poseidone …(poi, uscendo in fretta e furia seguito da Aristeo, che raccoglie la sua maschera e la pelliccia di Proteo) … salveremo Orfeo … -

Altra pausa. Nel bosco.

Voce di Orfeo - (ispirato) Euridice … oh mia Euridice … io sono un albero, e tu una foglia, tu sei tutte le foglie e tutta questa terra che mi circonda … (poi, allarmato) … Euridice … Euridice ... -
Euridice - (terrorizzato, mentre entra in corsa agitando copiosamente le mani intorno alla testa) … via, via, andatevene via … -
Voce di Euridice - …. fuggi anche tu Orfeo, non restare … uccideranno anche te ! -
Orfeo - (entrando) Euridice … -
Euridice - (rientrando dall’uscita opposta, abbracciandolo) … questa volta pensavo di non farcela … ora mi credi, che è una maledizione ? -
Orfeo - Se fosse una maledizione ti avrebbero seguita fino a qui. Non lo pensi anche tu ? -
Euridice - (adirato) A me non vuoi mai credere, è così ? -
Orfeo - Aristeo non potrebbe fare certi esperimenti. Se anche lo volesse non riuscirebbe a comandare le pecore del suo gregge, figuriamoci se … -
Euridice - … parli così perché non lo conosci abbastanza … non quanto lo conosco io … tu non puoi sapere di che cosa sarebbe davvero capace …(nascondendosi dietro a Orfeo, indicando l’uscita opposta) … eccolo … è lui ! -
Aristeo - (entrando senza maschera) Orfeo ! La Fortuna ha voluto che tu fossi qui in questo attimo preciso. Ascoltami … dovete per forza ascoltarmi … siete in pericolo … (mentre sta per prendere Euridice) … qualsiasi cosa lei abbia intenzione di … -
Orfeo - (respingendolo) ... se vuoi parlare ti ascoltiamo, ma non azzardare più simili gesti. -
Aristeo - (comprensivo) D’accordo … è giusto … fidarsi è bene e non fidarsi è meglio … … Orfeo, Euridice … in questo attimo preciso qualcuno che come me vuole salvarvi da un crudele destino sta chiedendo a Cirene mia madre se è vero che una nuova stirpe di essere umani regnerà sovrana e incontrastata nei secoli a venire … il suo nome è Proteo … -
Euridice - (isterico, a Orfeo) …. non è vero, non è vero … lo dice solo per confonderti … vuole uccidere me e tutte le Driadi … -
Orfeo - … come puoi conoscere le sue intenzioni ? -
Euridice - Perché quando mi hai letto l’ultimo canto che hai composto per me ho sentito una voce … ricordi l’ultimo canto che hai composto per me ? -
Orfeo - Certo che lo ricordo. (ispirato) Euridice, i tuoi petali …mi bastano … perché me lo chiedi ? -
Euridice - Era la voce di un forestiero che veniva da molto, molto lontano … diceva che un maledetto sciame d’api avrebbe fatto strage di ogni donna innamorata … questo diceva quella voce Orfeo …e tu sai bene che cosa voleva dire … -
Aristeo - (dopo un attimo di esitazione da parte di Orfeo) … che cosa voleva dire ? -
Orfeo - (risoluto) Nulla … vattene e lasciaci in pace. –
Aristeo - Ma non capite che non potete tacere ? Idioti ! Ho visto Proteo … è la verità ! -
Euridice - Bugiardo. Era me che volevi, fin dall’inizio. E visto che non sei riuscito ad avermi hai pensato che nessuno avrebbe dovuto permetterselo. E così che hai iniziato a fare esperimenti con quelle tue dannate api. –
Aristeo - (basito) Quali esperimenti ? -
Orfeo - Che cosa ti avrebbe detto Proteo ? -
Euridice - (accusativo) Orfeo … -
Aristeo - … proprio questo … che lei è convinta che io voglia ucciderla, mentre invece io l’ho seguita soltanto per avvisarla del pericolo che l’oracolo mi ha predetto … -
Orfeo - … che sarebbe ? -
Aristeo - Se si inoltrerà da sola nel bosco verrà morsa da un serpente. –
Euridice - (furioso) Tu sei il serpente, tu sei il boia viscido e dannato che striscia tra il mio amore e me. Orfeo morirebbe per me. Sono io il suo fiore, lui non ha bisogno di succhiarmi il nettare. Riesci a capirlo ? -
Aristeo - Dunque Orfeo, a chi vuoi credere, alla tua sposa o a me ? -
Orfeo - Io non credo né alle voci, né alle apparizioni … io credo nel …(poi, allarmato, inseguendo Euridice, appena uscita, con Aristeo) … Euridice … -
Voce di Orfeo - (straziante, dopo una corsa sfrenata e la prevista conseguente caduta) … no … noooooooooooooooooooooooo …(isterico) … non è velenoso, non è velenoso, non è velenoso … (poi, sprezzante) … cosa fai lì impalato ? Muoviti … corri … corri … -
Voce di Proteo - … non disperare Orfeo, non tutto è perduto. –
Voce di Orfeo - Chi sei ? -
Voce di Proteo - Proteo. –
Voce di Orfeo - (furioso) Se non mi dai una prova di chi dici di essere giuro che ti uccido con le mie stesse mani. –
Voce di Proteo - Conosco il mezzo che potrà far ritornare la tua sposa qui dove ci troviamo noi ora (mentre una bambola di pezza viene lanciata sul palcoscenico). –
Voce di Orfeo - Parla dunque … che aspetti ? -
Voce di Proteo - Vieni con me. –
Voce di Orfeo - (disperato) Mai … mai potrei lasciarla qui … Dio mio … perché mi hai fatto questo, perché ? -
Voce di Proteo - Portala dunque con te … (entrando con Orfeo ed Aristeo, i quali trasportano il corpo di Euridice adagiandolo vicino la bambola e incrociandole le mani in posizione supina) mettetela qui. -
Orfeo - … che cos’è quella cosa ? -
Proteo - Una bambola. –
Orfeo - (allibito) Una … bambola ? -
Aristeo - Come quella che … -
Proteo - (risoluto) .. taci ! Hai già commesso troppi danni tu. –
Orfeo - Ma di che state parlando ? -
Proteo - Vuoi rivedere Euridice ? -
Orfeo - (sarcastico, dopo una pausa) Ah … ma allora è proprio vero … tu sei Proteo, altrimenti come avresti fatto a sapere che si chiamava Euridice … ma non dovresti essere a giocare con le tue foche ? -
Proteo - (adirato) Come osi irridermi, con la tua sposa che giace esanime e ancora calda qui davanti a te ? -
Orfeo - (furioso) E tu come fai a dirmi che la riporterai in vita ? -

Pausa carica di tensione.

Proteo - (pacato) Ascoltami molto attentamente Orfeo, te lo dirò una sola volta … io so che tu credi a nulla che non sia il tuo sincero amore per Euridice … -
Orfeo - (teso, contratto) … parla ! -
Proteo - Euridice, i tuoi petali … mi bastano … in quelle parole lei udì davvero la voce di quel forestiero … -
La bambola - (la voce è della bambina che interpreta Persefone) … le femmine de core morranno tutte morse da ‘npungiglione … -
Orfeo - (terrorizzato) … pa … parla ? Che lingua è ? D’accordo, mi hai convinto … dimmi che cosa devo fare … -
Proteo - … dovrai chiederlo a lei. E’ il giocattolo preferito dalla dea Persefone. Sarà lei a condurti all’Ade. Non temere. –
Orfeo - (angosciato, ancora a Proteo, che sta uscendo con Aristeo) E voi dove andate ? -
Proteo - Nel bosco dove ti ho trovato. Ti aspetteremo lì. Promesso. -
Orfeo - Ma ora io qui dove sono ? -
Voce di Proteo - Non lo so. –

Pausa. Penombra. Orfeo tocca timidamente la bambola con la punta del piede.

La bambola - (la voce è di un ventriloquo) Ciao Orfeo ! Se te la stai facendo sotto e vuoi un consiglio spassionato : mangiatela in fretta ! -
Orfeo - (abbracciando il corpo di Euridice) Aiutami ti prego … -
La bambola - (la voce è di una donna sensuale) … quante volte penseresti di fare sesso con tua figlia se la tua amata sposa te ne avesse data una in luce avente le sembianze di un’arpia mestruata ? -
Orfeo - Nessuna … no … sempre ? No ? Si … oddio … come posso risponderti ? -
La bambola - (la voce è di Orfeo. E’ lo stesso Attore che parla, rivolto verso la quinta di fondo) La amavi davvero ? -

Pausa.

Orfeo - (angosciato) Si … (poi, furioso, rivoltandosi) … perché mi fai questo ? Cosa vuoi da me ? -
La bambola - (pacato, la voce è ancora di Orfeo, il quale si rivolta nuovamente verso la quinta di fondo) Cosa vuoi tu da me ? Sei tu che hai voluto venirci qui. Mica te l’ho detto io ? E poi smettila di girarti come una trottola, mi stai facendo venire mal di testa … -
Orfeo - (delirante, rivoltandosi ancora) … io, io non voglio uscire di senno … tu non sei altro che il diavolo … (prendendo tra le mani la bambola, stringendola) … dillo che sei il diavolo … -
La bambola - (la voce è di Euridice) … no ! -
Orfeo - (sconcertato, fiondandosi sul corpo della consorte) Euridice … hai parlato, hai detto no ! Ti ho sentito Euridice … -
La bambola - (che Orfeo ha lasciato cadere. La voce è di un medico in procinto di dare l’esito verbale di un referto clinico) … il paziente presenta disturbi di natura schizofrenica, con una palese ed allarmante predisposizione alla coprofagia. –

Esasperato, Orfeo si lascia cadere a peso morto vicino al corpo di Euridice. Pausa.

La bambola - (la voce è di Persefone) Pensa se dopo tutta questa fatica arrivi fino in fondo e Persefone ti dice … no, non te la do … tornatene pure da dove sei venuto . –

Altra pausa.

Orfeo - (riprendendosi la bambola, sdraiato accanto ad Euridice) Hai sentito cosa ha detto ? -
La bambola - (la voce è di Persefone) Che dice … che dice ... alla mamma dovevi dire che dice … se sbagli ancora di gelati me ne compri due invece che uno, vero ? (frignando) Daaaaaaaai …. perché te ne stai zitto ? Uffa … (detto più volte, fino alla nausea) … si può sapere perché te ne stai zitto ? -
Orfeo - (rassegnato) Si … te ne compro due. –
La bambola - (sarcastico. La voce è di Persefone) Bravo Orfeo, stai migliorando ! -

Altra Pausa.

Orfeo - (pietrificato, guardando Euridice) Grazie. –
Voce di Proteo - (sottovoce, ma comprensibile) Orfeo … da qui riesco ancora a vedere dove sei … ascoltami bene … ti sembrerà strano, ma non urtare la sua sensibilità … devi farle un regalo se vuoi sperare di proseguire il cammino. Vieni a prendere la tua cetra. E’ qui vicino. Buona fortuna … -
Voce di Orfeo - (disorientato, rientrando con una chitarra elettrica) … dove ti sei cacciato Proteo ? Ho trovato questa al posto della mia cetra ... che cos'è , come si usa ? -
La bambola - (la voce è di Persefone) Sta bene. Raccogli la mia bambola e portala sempre con te !!! -

Orfeo raccoglie la bambola e aspetta sulla soglia dell’uscita opposta.

La bambola - (la voce è di Persefone) Vieni avanti. Ne hai facoltà. –

Con il ritorno delle luci in scena resta soltanto Euridice, immobile, nella stessa posizione che ha mantenuto. Ancora penombra. All’Ade.

Voce di Persefone - Suonami qualcosa. –
Voce di Orfeo - (allibito) Cosa ? Non saprei neanche mettere le mani io su questa cosa … io voglio soltanto vedere Euridice … dove la tieni nascosta ? -
Voce di Persefone - Fammelo ripetere un’altra volta e finirai così ! -
Voce di Orfeo - (terrorizzato) No … ti scongiuro no … -

Si sentono dei suoni completamente distorti.

Voce di Persefone - … dovresti vergognarti … nemmeno i due giri di corda di “Stayrway to Heaven” sei capace a suonare … senti Orfeo, io ora ho molte altre faccende da sbrigare. Facciamo così : tu ti riprendi Euridice (contemporaneamente Euridice si alza in piedi) a patto che mai dovrai voltarti per guardarla. Intesi ? Altrimenti lo dico a Proserpina ! -
Voce di Orfeo - Intesi, intesi … se questa è la tua volontà … -
Persefone - (entrando, seguita da Orfeo, il quale cammina all’indietro fermandosi prima che Euridice abbia il tempo di abbracciarlo) … vieni con me. -
Euridice - (raggiante) Orfeo ! -
Orfeo - Amore mio … ferma ! Non ti posso guardare …. è questa la condizione. –
Euricice - (allibito) Come, non puoi guardarmi ? -
Persefone - (sprezzante) Se ti guarderà non lo vedrai mai più. Non è poi così tanto complicato ! (poi, accusativo, a Orfeo) La bambola … si può sapere dove l’hai messa ? -
Orfeo - (uscendo e rientrando immediatamente con la bambola, continuando a camminare all’indietro) Che idiota ! Eccola, eccola … -
Persefone - … quando sarete di nuovo nel bosco ricordatevi di lasciarla dove l’avete trovata, intesi ? -
Orfeo - Intesi. –
Persefone - (superficiale, uscendo) Addio, ciao, buonanotte, saluti e baci, arrivederci, buongiorno, è stato un vero piacere conoscervi, non ditevi troppe cose che tanto non ne vale la pena, ve lo dico io … -

Pausa.

Euridice - (terrorizzato) … e ora ? -
Orfeo - Non aver paura Euridice. Ce la faremo. (poi, alla bambola, stringendola) Parla ora, dov’è il bosco ? (fa per voltarsi verso Euridice) Ma tu, cosa … -
Euridice - … attento ! -
Orfeo - Dimmi che cosa hai visto non appena il veleno di quel serpente ti ha fatto chiudere gli occhi … dimmelo, cosa hai visto ? -
Euridice - Ho visto ciò che tu ora stringi in mano diventare la fanciulla che poc’anzi ha preso da noi commiato …(sconvolto, Orfeo getta via un’altra volta la bambola facendo ancora per voltarsi) … noooooo ! Non farlo ! Non serve ora la bambola per tornare da dove siamo venuti. Prima dobbiamo andare da Cirene se vogliamo andare via da qui. –
Orfeo - (basito) Cirene ? Come può ora venirti in mente Cirene ? E poi, anche se ci dovessimo andare, l’unico che potrebbe condurci da lei sarebbe Aristeo. Quindi dobbiamo per forza riuscire a ritornare prima nel bosco. –
Euridice - (comprensivo) Di troppe cose sei all’oscuro amore mio. Cirene non è più mortale. E’ all’Olimpo, con Apollo ! -
Orfeo - (furioso, battendo i pugni contro la quinta di fondo con lo sguardo rivolto verso l’alto) Apollo, io avevo fede in te … perché mi hai abbandonato ? E’ così che funziona questo mondo ?Io rifiuto le sue provocazioni e tu ne fai una dea ? -
Euridice - Presto Orfeo … non abbiamo molto tempo … dobbiamo scoprire se l’idea di partorire quelle api assassine è stata di Cirene. –
Orfeo - (basito) Tu conosci la strada che conduce all’Olimpo ? -
Euridice - (desolato) Purtroppo no … ma ho sentito la voce di Artemide … -
Orfeo - (adirato) … tu senti sempre voci … non senti altro che voci … -
Euridice - (giustificato) … che cosa dovrei sentire, rabbia ? (dopo una pausa) Artemide mi ha mostrato che proprio qui esiste un luogo dove si possono interrogare gli dei per un attimo fuggente. Chiederemo a Cirene in presenza di Apollo se è stata lei l’artefice del Male. Vieni (accompagnandolo per mano verso la quinta di sinistra) … le Baccanti ti faranno a pezzi se Cirene parlerà. -
Orfeo - (piantandosi) E se non parlerà ? -
Euridice - (esasperato) Quando ? Quando ? Dimmelo quando arriverà quel giorno, che mi crederai ? Perché non vuoi mai credermi ? Gli dei sono dei ma io non voglio essere un giocattolo per farli divertire, io voglio giocare come loro … -
Orfeo - (ostinato) … se non parlerà ? Dimmelo, ti scongiuro … -
Euridice - (estatico) … l’Olimpo sarà anche nostro, tuo e mio. Riesci a capirlo ? Cirene fu invidiosa del tuo rifiuto così come è invidiosa della bontà di Apollo … -
Orfeo - (furioso)… è così che la chiami, la sua bontà ? -
Euridice - (stesso tono) Ma non capisci che è proprio per questo che Cirene ha mandato suo figlio da Proteo ? E’ perché vuole essere certa che una nuova stirpe di api assassine le garantirà la vedovanza e il dominio assoluto sulle Baccanti ! (allarmato, vedendo che sta ancora per voltarsi) Nooooo ! Ti dirò tutto, ma cerca di capirlo in fretta. -
Orfeo - (pacato) Ti ascolto. –
Euridice - (inquieto, andando avanti e indietro) E’ vero che non hai creduto alle voci che sentivo ? -
Orfeo - Se è per questo non ho creduto neanche a quel che di vero accadde, predetto da Aristeo! -
Euridice - Se ti dicessi invece che fu Aristeo a ricattare Proteo per scoprire come fare per far rinascere le sue api, mi crederesti ? -
Orfeo - No …………………(poi, angosciato) … Euridice … dove sei ? -

Nel suo continuo e nervoso andirivieni, Euridice è ora in prossimità della quinta di sinistra, dalla parte opposta rispetto alla posizione di Orfeo.

Euridice - (furioso) Lo sai perché ti ostini a non volermi credere ? Perché ti fidi sempre di ciò che vedi e mai di ciò che senti. Proteo vide il giusto fin dall’inizio di questa storia, e ora si vuole vendicare … -
Orfeo - … cosa vide ? -
Euridice - Che le Baccanti guidate da Cirene avrebbero avuto in mano l’intero nostro mondo, oltre che l’Olimpo. E se ora noi non andremo subito a chiedere udienza tutto questo si avvererà. Noi soltanto possiamo far cambiare i piani di Apollo, noi soltanto siamo in grado di far volare ancora le sue api all’Olimpo … -
Orfeo - (voltandosi) … ma come ? -
Euridice - (presa all’improvviso da quattro braccia che sbucano fuori dall’uscita) Orfeo … -
Orfeo - (terrorizzato, correndo in suo aiuto) … Euridice … no ! Euridice ! No … no… nooooo … l’ho perduta per sempre, l’ho perduta (sbattendo la testa contro la quinta, accasciandosi) … è finita … la mia anima sarà per sempre dannata … farò la fine di quel disgraziato là, su quella stuoia … che aveva le budella appese a un filo che gli stringevano il collo … ho paura … ho paura … dio mio quanto ho paura .. (poi, raccogliendo la bambola, stringendola ancora tra le mani) … è così che finirò ? Parla ! Io non posso averla perduta per sempre … io la amo … la amo più della mia stessa vita … ci sarà un luogo dove potrò dimostrarle tutto il mio amore … (straziante, con lo sguardo rivolto verso l’alto) … ci deve essere … è colpa mia se la amo ? (poi, riflessivo, dopo una pausa) Solo ora comprendo perché quella belva di Persefone citò la sua sosia romana … perché sapeva che ero io, che era nei miei sogni più profondi, sapeva che io ero quella voce che Euridice sentiva quando credeva che Aristeo voleva ucciderla ….(angosciato) … ora mi è chiaro il disegno di Apollo … mandò Cirene per tentarmi, e visto il mio rifiuto si rivolse a Persefone, che mandò quella bellissima donna a tentarmi nei miei sogni più profondi …(disperato) … Proserpina … me lo disse per farmi capire che il mio … tradimento … è la nostra stessa punizione, il nostro stesso eterno supplizio, quello di sapere che mai alcuna nuova stirpe potrà essere generata dal nostro eterno amore … -

A questo punto Orfeo scoppia in un pianto straziante, seguito da un minuto di silenzio. Luce. Nel bosco. Orfeo si infila la bambola nella tunica e assume una postura sacrale, come fosse in meditazione. Entrano Proteo e Aristeo (senza maschera).

Proteo - Orfeo ! Dov’è Euridice ? -
Orfeo - (superficiale) Boh … -
Proteo - (basito) … boh ? -
Orfeo - Sarebbe a dire boh, non lo so, chi se ne importa … -
Proteo - (dopo aver bisbigliato qualcosa all’orecchio di Aristeo) … hai visto Persefone ? -
Orfeo - (disinvolto) Si … bella giovenca in erba, tra l’altro. –
Aristeo - E’ uscito di senno. –
Proteo - (comprensivo) Non ha potuto fare a meno di guardare Euridice e ora sta inutilmente cercando di mascherare il suo comportamento per non mostrare a noi quanto ha sofferto. Non è vero Orfeo ? -
Orfeo - A dire il vero l’ho guardata apposta. In ogni caso ognuno è libero di credere in ciò che vuole credere. –
Proteo - A me non raccontare storie Orfeo. Il tuo amore per Euridice non mente. –
Orfeo - Se mente o non mente non lo so. Quel che so è che a forza di fare attenzione a non voltarmi stava per venirmi il torcicollo. –
Proteo - (disperato) Nulla da fare … è più cocciuto di un mulo, mai ci dirà cosa è davvero successo, mai sapremo che fine ha fatto Euridice. -
Aristeo - Mi è venuta un’idea. –
Orfeo - (sarcastico) Dovrei comporci un poema, a riguardo. –
Aristeo - (risoluto, dopo essere andato a indossare la maschera dietro le quinte) Le nuove api nasceranno dalle narici di bestie marce putrefatte e stermineranno tutte le Driadi per ordine di Cirene mia madre, se non dirai cosa è successo …(poi, infuriato, scaraventando la maschera a terra) … noi vogliamo aiutarti, idiota ! Io non potevo sapere delle intenzioni di Cirene mia madre, diglielo anche tu Proteo … -
Proteo - … è vero Orfeo, che altro potrei dire per convincerti ? Persefone conosce le pratiche magiche, te ne avrà certo fatto dono …(risata sarcastica di Orfeo) … ma ti supplico Orfeo, salvati ! Almeno tu salvati ! Le Baccanti sono dietro l’angolo e a gran voce già stanno facendo il tuo nome ! -
Orfeo - Io sento proprio niente … (poi, canzonatorio, senza opporre alcuna resistenza nell’essere trascinato via da Proteo e Aristeo) … e ora dove si va ? -

Buio. Passi concitati, frenetici.

Voce di Orfeo - Non vi sembra esagerato mettermi dentro l’incavo di quest’albero ? In quello laggiù si starebbe meglio. –
Voce di Proteo - (allarmato) Fallo per il grande Poseidone Aristeo, non muoverti da qui per nessuna ragione di questo mondo. Io tornerò in un lampo. -
Voce di Aristeo - (stesso tono) Dove vai ? -

Con il ritorno delle luci in scena, al posto della maschera di Aristeo, appaiono senza vita le sette Driadi, prone, con le mani a protezione del volto.

Proteo - (sgomento e inorridito, sollevando una per una le mani delle sette Driadi) Perché Apollo ? Perché hai voluto dare retta alla perfida Cirene ? Perché hai permesso a quelle api di fare lo scempio che è davanti ai miei occhi ? Che fine ha fatto la bella Euridice ? Rispondi vigliacco … io ho ancora Orfeo ! Non permetterò che diventi un fantoccio pronto ad obbedire ai sollazzi tuoi e a quelli della matriarca che ti sei scelto per compagna … (poi,disperato, togliendosi la pelliccia e sollevando la testa di una Driade, la più bella, adagiandovela sopra) … vedo che il coraggio per fare certe cose non ti è mancato … rispondi vigliacco ! Nemmeno un consulto con il grande Poseidone hai cercato ! Sei e lo sei sempre stato un vigliacco, un efebo che ha paura di mostrare i suoi attributi … che giunga la potenza degli abissi e possa inghiottire ogni cosa ! -

Ancora un attimo di buio. Subito dopo, con il ritorno delle luci, Proteo non c’è più. La scena è dell’Epilogo. L’Epilogo ha le braccia bendate come una mummia egizia, con le mani libere. Nel mezzo, tra le Driadi, si vedono altre bende arrotolate. E’ vicino alla Driade più bella, la Prescelta : le fa cenno di alzarsi. Poi, come il più servile dei galantuomini, la sveste, togliendole con garbo la tunica da suora e mettendole indosso la pelliccia, e inizia a ballare con lei un tango sensuale, appassionato, senza musica. Finito di ballare la ragazza estrae un barattolo di miele dalla tasca della pelliccia (che si toglie) lo apre, e si cosparge il corpo con il miele. Poi, a un cenno dell’Epilogo, le altre sei si alzano e foderano le maniche della pelliccia con le bende arrotolate. Dopo di che escono, mentre la Prescelta invoca il nome di Orfeo sovreccitata da continue sollecitazioni erotiche. Placato l’eros, L’Epilogo prende per mano la Prescelta e la accompagna in prossimità della quinta di fondo per godersi meglio l’imminente spettacolo. Dopo qualche istante un coro di voci femminili, prima sommesso e poi ridondante, in progressivo avvicinamento, inneggia a Orfeo. Successivamente entrano le sei Baccanti. Alla vista della pelliccia con le maniche bendate si sentono come possedute, e per prima cosa cercano di impedirsi a gesti, vicendevolmente, di avvicinarsi all’ambita preda. Poi, sempre a gesti, decidono di posare le bottiglie di vino (che hanno in mano) sul proscenio. Ognuna di loro quindi, rivolta all’oggetto del desiderio e con il preciso intento di ghermire l’inerme preda prima di chiunque altra, tenta di avvicinarsi a modo suo, ma l’istinto prende il sopravvento e inevitabilmente si fiondano tutte e sei, fameliche e bavose, sulla pelliccia (le cui maniche sono attaccate con un velcro o con una cerniera). Da quel groviglio di corpi indemoniati, tra gemiti e urla di piacere, una dopo l’altra, saltano fuori le maniche bendate. Al sopraggiungere del buio non si placano gli orgasmi.

Voce dell’Epilogo - Credo che sia di loro gradimento. -

Ulteriori e palesi apprezzamenti si attenuano progressivamente. Silenzio. Pausa. Con il ritorno delle luci il sipario è calato. Contemporaneamente si sente un fastidioso e roboante ronzio di insetti, che gli Attori riproducono fedelmente dietro il sipario stesso.


All’Olimpo. Spinti in malo modo davanti al sipario compaiono Orfeo ed Euridice con indosso gli abiti di Er Monno e di Fata Morgana.


Voce dell’Epilogo - Tocca a voi. -

Entrambi impreparati sul da farsi restano altrettanto sconcertati di fronte la nuova apertura del sipario, che rivela una scena vuota, priva di significato, fino all’ingresso della Prescelta, che appare come una Driade. L’incontro avviene in un’atmosfera assolutamente pacifica e cordiale. La Prescelta bacia prima Euridice e poi Orfeo.

La Prescelta - Preferite che indossi la pelliccia o la veste nera ? -
Euridice - (sull’esitazione di Orfeo) Direi che oggi puoi anche fare a meno di vestirti. -
La Prescelta - Grazie. In fondo lo sapevo che sarebbe finita così. Siete unici. Vi adoro. -
Orfeo - (serafico, al pubblico presente in sala, prendendole entrambe per mano e inchinandosi insieme a loro) Grazie infinite per la vostra misericordia, che ci ha permesso di poter godere delle meraviglie di questo luogo incantato. Vi riconosciamo quale essere supremo e ci condanniamo di non averla riconosciuta (riferito alla Prescelta) come causa e origine della nostra sterilità. Vi perdoniamo ogni torto, calunnia, o abuso che ci ha condotti a un’ingrata fine, e ci ricordiamo di tutto ciò che siete in grado di perdonare perché voi siete l’essere supremo, perché senza di voi non potrebbe esistere alcun sentimento degno di essere chiamato amore. -

Sipario