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10 Agosto 2022
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1 Settembre 2022
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Sì, vota.

“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Sì, vota.

L’ignominia bipartisan ostentata senza alcun ritegno in questa campagna elettorale permanente è una chiara espressione di rappresentanza meritocratica per l’elettorato nazionale, un elettorato tanto passivo quanto attivo : lo dimostra il fatto che, da una parte, una candidata premier si è permessa di pubblicare un video contenente addirittura l’audio di uno stupro al solo scopo di estorcere consensi a chi è da considerarsi già mentalmente deviato dalla solita propaganda demagogica del “Prima di tutto gli italiani” (quando invece in Parlamento ha votato per il continuo invio di armi in Ucraina, nonché per ulteriori sanzioni da infliggere alla Russia) mentre al contempo, dall’altra, c’è un candidato premier che ha esortato gli indecisi sperando che – una volta convinti a votare per il suo Partito svolgano la necessaria militanza (o magari l’opportuna dirigenza di un Dicastero) con indispensabili e lungimiranti «occhi di tigre», e continuando oltretutto a rivendicare patti o pseudo alleanze venute meno a causa della propria assoluta dipendenza dai diktat atlantisti – si possa «guardare avanti con fiducia e con un certo cauto e moderato ottimismo». Secondo i più, questa sintesi lapidaria in merito a tutto quello che potrà ancora succedere prima del prossimo 25 Settembre potrebbe essere letta come un ulteriore sfogo di protesta, volto a consolidare le opinioni del già nutrito esercito di astensionisti pronti a screditare e dileggiare chiunque voglia assumersi l’onere di governare, purtroppo però il problema vero resta la proposta : qualora l’astensionismo alle urne dovesse registrare il 90%, chi sarebbe in grado di convincere gli italiani che per esautorare in via definitiva l’attuale classe dirigente ci si dovrebbe coalizzare in un unico Movimento? Lo stesso attuale sistema proporzionale – qualora fosse anche alternato con il maggioritario nel susseguirsi infinito di legislature – non potrebbe mai mantenere le promesse fatte agli elettori per il semplice fatto che chi ha deciso di coinvolgere quanti più Paesi possibili ad entrare a far parte di un sistema monetario mirato esclusivamente ad assoggettare le economie più vulnerabili – nonché sorto prima di istituire un’unione politica vera e propria, questo occorre ricordarlo sempre – continuerà a far valere la propria egemonia evitando di intervenire laddove si dovrebbe intervenire con urgenza. Se i social media hanno, da una parte, fomentato la partecipazione, mentre dall’altra, hanno “costretto” intere generazioni a condividere la propria esistenza dimenticandosi che così facendo non hanno fatto altro che mettere nelle mani di chi orienta il potere tutti quegli strumenti necessari a controllare chiunque riesca ancora ad approfondire le questioni politiche – invece di limitarsi a nuotare nella superficie della propaganda di turno, come fanno i più – emarginandolo e relegandolo ad essere definito nel migliore dei casi un complottista, è perché chi governa, ma soprattutto chi manipola il potere, sa che l’eventuale uscita dall’Euro zona di un qualsiasi Paese membro la cui economia non è certo paragonabile a quella dei noti Paesi trainanti, non farebbe esplodere i tassi di interesse, così come si vorrebbe far credere, così come non favorirebbe una fuga di capitali all’estero o come non influenzerebbe le banche a bloccare i bancomat oppure a portare i mutui degli immobili a prezzi inaccessibili, proprio perché quel baratro (così sapientemente prospettato da una narrazione distopica creata deliberatamente per terrorizzare l’individuo) sarebbe nulla a confronto di quello che in realtà potrebbe succedere nei prossimi anni guidati da governi filo atlantisti. Perché non intervengono laddove si dovrebbe intervenire con urgenza? Perché non è possibile cambiare strutturalmente il settore delle telecomunicazioni con una congrua riforma? Perché, per esempio, sebbene la Procura di Lucca se ne sia fatta da poco carico, si è consentito e tutt’ora si consente a un popolare cantante di devastare le spiagge italiane infischiandosene altamente dell’impatto ambientale e di tutto ciò che ne consegue? Perché, sempre per esempio, dall’inizio di questo 2022 ad oggi, il tasso in percentuale di mortalità di chi è “solito” farsi “selfie” estremi ha quasi uguagliato quelle delle morti sul lavoro? Se ne potrebbe fare a iosa di questi esempi, peccato però che se i responsabili di questo operato fallimentare (su tutti i fronti) non sono intervenuti, né tantomeno interverranno, sarà soltanto perché farà loro comodo non intervenire.