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Scempio quotidiano

“L’OSSERVATORE SPIATO” RIVISTA OCCASIONALE IN RETE

Scempio quotidiano

Subito dopo l’ennesima ed evitabile tragedia di migranti – avvenuta di recente a 150 metri dalla riva della costa crotonese, in cui sono annegati i soliti profughi che come al solito non sarebbero dovuti partire, ma che invece come sempre sono stati ritrovati cadaveri (in quel di Cutro) – e le consuete inutili polemiche che si sono innescate a proposito del come e del perché tutto ciò possa ancora accadere, si è messo in moto lo stesso identico iter mediatico procedurale al fine di garantire a tutti gli utenti, indiscriminatamente, l’indispensabile spettacolarizzazione dell’evento : dalle riprese televisive in cui si può vedere il ritrovamento in spiaggia di una scheda telefonica turca fuoriuscita da un paio di pantaloni con cintura – appartenente con ogni probabilità a uno scafista filantropo proveniente da quel Paese – oppure di un pigiamino, o magari di una scarpetta che forse era di qualche sfortunato bambino (reo soltanto di essere nato in un Paese non alleato al Patto Atlantico) a quelle dove vengono immortalate lo strazio e l’angoscia provate in quei momenti dai parenti delle vittime, e in cui sarebbe davvero difficile non soffermarsi a riflettere. E in effetti la riflessione c’è, ed è addirittura metodica oltre che tangibile : più il dolore, lo strazio e l’angoscia (di chi ormai nemmeno ha più gli occhi per piangere i propri cari) vengono mostrati, e più i telespettatori restano incollati al video, di conseguenza, maggiori sono i profitti per chi trasmette ininterrottamente queste immagini. Che si tratti di guerre, di naufragi o di terremoti, poco importa. Quel che importa invece è come al solito riuscire a vendere. Ma per vendere questo genere di cose non ci vuole soltanto una buona preparazione e predisposizione nel recarsi in aree geograafiche che sono considerate a rischio, occorre avere anche un ottimo indottrinamento sul come saper esporre le varie tragedie che si susseguono, ovvero, essere allineato ai diktat imposti dal network di turno che in quel dato momento necessita di storie che abbiano all’interno del contenuto almeno un minimo di risvolto umano, storie che possano essere raccontate in quel modo al grande pubblico, perché quello è l’unico modo che riesce a vendere. «Che cos’è che ti da più da mangiare? Scrivere un articolo sull’omissione di soccorso da parte della Guardia Costiera, che tanto in queste ore ne avranno scritti a milioni, oppure intervistare sul campo qualche parente di qualche poveraccio morto annegato come un topo di fogna che ha sborsato qualcosa come 8.000 € per fare quella dannata traversata? Allora? Rispondi no? Cosa pensi, di essere l’unico sulla faccia di questo sporco mondo ad avere ancora un briciolo di umanità? Non dici nulla? Meglio, Chi tace acconsente. Beh? Cosa fai ancora lì impalato? Muoviti e vai a fare quella intervista!»